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Polemiche sui Savoia

Fregolent fuori dal coro: "La Russa avrebbe potuto mandare dei fiori e non andare alla camera ardente"

Gli altri esponenti politici accettano la definizione di "visita privata" della seconda carica dello Stato

Presidente del Senato

Ignazio La Russa e Silvia Fregolent di Italia Viva

È proprio vero, qualcosa nel bon ton della politica sta mutando. Almeno a livello istituzionale si è tornati a quel gentlemen agreement d’altri tempi, per troppo tempo dimenticato. Così la visita «semi - pubblica» (definita in questi termini dallo stesso Ignazio La Russa), è stata declassata d’ufficio a visita privata, almeno nell’opinione di Alberto Cirio e Stefano Lo Russo, rispettivamente governatore della Regione Piemonte e sindaco di Torino. L’unica cosa che entrambi desiderano è non innescare un conflitto o provocare un cortocircuito a livello istituzionale, per cui il momento di raccoglimento della seconda carica dello Stato di fronte al feretro di chi non è mai diventato re, resta «solo un momento personale e privato». Né Cirio, né Lo Russo hanno voluto aprire bocca sulla questione, affidando il loro messaggio, pressoché identico, alle loro preziose e abili "portavoce", José Urso e Carola Quaglia (per essere precisi quest'ultima ricopre il ruolo di Capo Ufficio Stampa del Comune), che hanno tagliato corto, anzi cortissimo: «È stata una visita privata. Non c’è nulla da aggiungere, da dire o da commentare».

IGNAZIO LA RUSSA IN RACCOGLIMENTO DAVATI AL FERETRO

Gentlemen agreement che ha contagiato anche l’assessore comunale Jacopo Rosatelli che solo qualche giorno fa aveva dichiarato: «Vittorio Emanuele non ha alcun merito, meno ancora legato a Torino, città dai forti valori repubblicani. Per questo non deve avere riconoscimenti pubblici. Io penso che un tributo in veste ufficiale - aveva aggiunto riferendosi a eventuali uomini politici che avrebbero potuto partecipare alle esequie - sarebbe una sgrammaticatura istituzionale». Bene, sulla visita della seconda carica dello Stato, Rosateli ieri ha detto: «Se La Russa si fosse recato in visita ufficiale avrebbe commesso un gesto grave e incompatibile con il suo ruolo. Trattandosi di una visita privata dovuta a un legame di amicizia personale con la famiglia del defunto, non ho valutazioni politiche di alcun genere». Semmai ci sarebbe da chiedersi qual è il confine tra privato e pubblico per chi ricopre un incarico di vertice nelle istituzioni. Ma nessuno sembra voler soffermarsi proprio sulla definizione formulata dallo stesso La Russa: «La mia è una visita semi-ufficiale». Non commentano Daniele Valle, candidato in pectore del Pd alla presidenza della Regione e Domenico Rossi che del Pd è il segretario del Piemonte. Silenzio anche da parte i M5S. Chi non si fa pregare, invece, è la parlamentare di Italia Viva Silvia Fregolent: «Capisco il senso della visita semi-ufficiale o privata che sia, del presidente La Russa - dice -, ma bisogna anche rendersi conto che il suo ruolo è quello della seconda carica dello Stato. E in quella posizione non ci sono visite private o pubbliche. La persona incarna l’istituzione e la visita se la sarebbe potuta risparmiare, ma lo dico senza polemica. Forse avrebbe fatto meglio, per manifestare la sua vicinanza alla famiglia che conosce, a mandare un mazzo di fiori».

SILVIA FREGOLENT

Con questo Fregolent non intende puntare il dito contro la Casata dei Savoia, anzi: «Al di là delle persone che l’hanno rappresentata durante il periodo fascista e le contraddizione del periodo successivo alla Seconda guerra mondiale che hanno lambito anche Vittorio Emanuele, in un contesto storico più ampio, credo che i Savoia meritino il massimo rispetto e ammirazione. Loro hanno unito l’Italia, ma non solo. Ricordo, ad esempio, la modernità dello Statuto Albertino, e la lungimiranza di alcuni sovrani. Guardi, proprio ora sto guidando e sto transitando sotto la Mole Antonelliana. Non tutti ricordano che essa è la più grande moschea d’Europa e la sua costruzione fu permessa dai Savoia, così traghettare religioni e fedeli oltre i ghetti dove erano stati relegati».

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