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Il caso

Picchia e rapina una escort russa per vendicarsi della guerra: ucraina a processo

L'imputata è una 32enne originaria di Kiev, che ha aveva invitato l'altra donna a un rapporto a tre col marito

Picchia e rapina una escort russa per vendicarsi della guerra: ucraina a processo

Foto di repertorio

Tutto era cominciato con una cena di pesce, a Moncalieri. Poi la serata doveva continuare con un rapporto sessuale a tre in una villa di Trofarello. Ma è finita a botte, con una escort russa picchiata e rapinata da una donna ucraina: «Diceva che voleva vendicarsi della guerra a Kiev» ha poi raccontato la vittima ai carabinieri, che hanno arrestato la 32enne sotto accusa. Lei, assistita dall'avvocato Gianluca Visca, respinge ogni contestazione e si dichiara innocente. Ma ora dovrà difendersi in aula dalle accuse di rapina e lesioni personali: ieri si è tenuta l'udienza preliminare e il processo contro di lei inizierà il 17 ottobre in tribunale a Torino.

I fatti risalgono a poco meno di un anno fa: é il 25 febbraio 2023 quando l'ucraina e suo marito italiano decidono di "ingaggiare" la 28enne russa conosciuta in un night. Prima vanno a cena tutti insieme a Moncalieri, poi la invitano a "proseguire la serata" a casa: «Mi hanno detto che volevano fare un rapporto a tre - é la versione della escort - Però volevano che facessi la schiava e umiliarmi per vendicarsi della guerra fra Russia e Ucraina».

Agli atti dell'inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Gianfranco Colace, c'è la richiesta di un rapporto orale. Rifiutato dalla giovane russa. Che a quel punto si sarebbe presa schiaffi e strattoni dall'altra donna, che l'ha anche tenuta bloccata a terra per aprirle la borsetta e riprenderle i soldi che le aveva appena consegnato per la prestazione sessuale: in totale le ha portato via 440 euro prima che la 28enne riuscisse a liberarsi, scappare e andare in ospedale. I medici del Santa Croce di Moncalieri le hanno riscontrato contusioni multiple e una prognosi di cinque giorni. Qui sono sono arrivati i carabinieri, cui la ragazza ha raccontato le torture subite e ha spiegato nel dettaglio nomi e indirizzi. Da lì è partita l'indagine che ha portato prima all'arresto e poi al processo della 32enne ucraina.

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