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L'ANNUNCIO

Profumo si dimette dalla Compagnia. Gros-Pietro: «Noi siamo spettatori»

Il presidente di Intesa Sanpaolo spiega come funzionano le nomine: «Sono tutti soddisfatti della governance»

Profumo si dimette dalla Compagnia. Gros-Pietro: «Noi siamo spettatori»

Il presidente della Compagnia di San Paolo Francesco Profumo stamattina ha lasciato il suo incarico e la sua posizione dovrebbe essere ricoperta da un altro ex rettore del Politecnico, Marco Gilli. Ma si dovrà attendere aprile, nel frattempo la presidenza della Compagnia di San Paolo è stata affidata alla vicepresidente Rosanna Ventrella, con il compito di traghettare la fondazione fino a nuova nomina.

Stamattina il presidente di Intesa SanPaolo, Gian Maria Gros-Pietro, durante la presentazione della nuova sala virtuale all’interno del Museo del Risparmio, ha confermato la sua disponibilità futura a un suo secondo mandato e ha sottolineato l’importanza del momento: «E il giorno della Compagnia, noi siamo spettatori» ha detto. «La Compagnia è il nostro primo azionista, le fondazioni di origine bancaria sono i nostri azionisti stabili e devo dire che gli altri azionisti, in particolare gli investitori istituzionali che possiedono più della metà del capitale, sono molto sostenitori del ruolo dei nostri azionisti stabili cioè delle fondazioni di origine bancaria. Noi abbiamo una regola la direzione delle influenze va dall’alto verso il basso e no viceversa ecco perché le fondazioni danno indicazioni alla banca e non viceversa».

Il presidente di Intesa Sanpaolo, anche a fronte della nomina di Giovanni Azzone, presidente della fondazione Cariplo, eletto nuovo presidente del'Acri, in sostituzione sempre di Francesco Profumo, ha spiegato come funzionano le nomine: «Le scelte vengono fatte dagli azionisti che si dividono in due categorie, ci sono gli azionisti stabili, che sono le fondazioni, che presentano una loro lista, e poi ci sono gli investitori istituzionali che presentano una loro lista. Gli investitori istituzionali hanno circa il 60% del capitale, le fondazioni non arrivano al 18%, però poi la lista presentata dalle fondazioni è la più votata, e il presidente e il vicepresidente prendono il 96% dei voti. Questo la dice lunga sul fatto che la gernance funziona, non c’è auto referenzialità perché le scelte vengono fatte dagli azionisti».

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