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Il caso
29 Febbraio 2024 - 19:10
«Diceva che veniva da un altro pianeta, che era il prodotto di un esperimento di laboratorio mai riuscito in precedenza, che poteva favorire la guarigione dalle malattie modificando il Dna. E noi, all'inizio, eravamo entusiasti di lei».
Così, secondo uno dei testimoni, si presentava Carla Stagno, 52 anni, imputata principale di un processo ripreso oggi in tribunale a Torino. A parlare è stato il fratello di una donna morta di tumore nel 2021 a 46 anni.
«Mia sorella - è stato il suo racconto - aveva un cancro al seno. Quando conobbe Carla, si affidò a lei sostenendo che poteva aiutare anche i miei due figli, affetti dalla sindrome di Down. Dopo un mese mi feci coinvolgere, versando un contributo in denaro anche se non mi veniva richiesto. Sono stato educato a credere in Dio e, come tutti sanno, Gesù faceva i miracoli: mi concessi, dunque, la speranza che esistesse un essere più evoluto capace di imitarlo».
La santona, come è stata chiamata in ambienti investigativi, era seguita da centinaia di persone, che la chiamavano Marie. Al processo, dove compaiono fra gli imputati anche alcuni componenti del suo gruppo, per il caso della 46enne le è stata contestata la "morte come conseguenza di altro reato".
La donna seguì per qualche tempo le indicazioni della Stagno insieme alle terapie tradizionali. Nel novembre del 2020 lefurono diagnosticate quattro masse tumorali al cervello ma rifiutò il ricovero. «So che Carla - ha raccontato il fratello - le diceva di lasciare l'ospedale perché i dottori erano tutti corrotti. Poi ha fatto una seduta dicendo a mia sorella "ti tolgo i tumori dalla testa": le ha messo le mani sopra la testa, è stata lì dieci minuti, con gli occhi chiusi. Poi ha detto: "E' stato difficile ma era riuscita a togliere tutto". Dopo Natale arrivò il crollo e le condizioni di mia sorella sono peggiorate definitivamente».
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