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il retroscena

Dove vivono gli anarchici che hanno assaltato la volante della polizia

Il covo degli eversivi è a Torino nord. Un edificio di proprietà del Comune

L'ex lavatoio occupato di corso Benedetto Brin

L'ex lavatoio occupato di corso Benedetto Brin

Edera Squat. Appartengono a quell’ala anarchica i denunciati per la guerriglia urbana che si è scatenata davanti alla Questura, con l’assalto alla volante della polizia nel tentativo di liberare il 31enne marocchino responsabile delle scritte ingiuriose in corso Grosseto (e che ha alle spalle anche tredici condanne tra cui una per violenza sessuale). A identificarli è stata la Digos. Dunque, i responsabili vanno ricercati in coloro che nel 2017 occuparono la palazzina in via Pianezza 115. Occupazione terminata nell’ottobre 2022, con lo sgombero da parte della polizia in un quartiere letteralmente militarizzato. Ma nel giro di un mese appena, gli anarchici di Edera Squat si resero protagonistidi due nuovi ingressi illegali: in via Forlì, nell’ex filiale Intesa Sanpaolo, e poi nel vecchio lavatoio municipale di corso Benedetto Brin. Due edifici entrambi nella Circoscrizione 5.

Ma se l’occupazione di via Forlì è già finita a gennaio 2023, quella dell’ex lavatoio continua. Ma chi è Edera Squat? I suoi membri sono anarchici che occuparono l’edificio di via Pianezza, trasformandolo in “casa autogestita di ispirazione anarchica”. Quindi un’organizzazione che ha tra i capisaldi l’opposizione a centri quali il Cpr di corso Brunelleschi - chiuso un anno fa - e che ha preso parte negli anni a manifestazioni di stampo anarchico a Torino e anche in altre città.

E che, in ultimo, ha preso possesso di un edificio, il centenario lavatoio di corso Benedetto Brin, che il Comune ha provato a vendere in più occasioni mettendolo all’asta. Non riuscendo mai a sbarazzarsene. L’ultima asta è terminata il 13 dicembre scorso, il lavatoio di corso Brin era in vendita per 268mila euro ma nessuno l’ha voluto. Stesso copione qualche mese prima, il 7 luglio, quando la struttura era in offerta per una cifra più alta, quasi 300mila euro. E allora se il Comune non vende, gli anarchici occupano. E denigrano le forze dell’ordine anche con l’arte di strada. Prova ne sia il murales sulla facciata dell’edificio occupato, che paragona i poliziotti a dei maiali. Ma cosa fanno gli anarchici di Edera al lavatoio? Assemblee, concerti, oltre a raccogliere fondi e adesioni per la loro fantomatica “resistenza anarchica”. Problemi al quartiere, però, sembrano non averne mai dati. «Venivano da me a prendere caffè, brioches, ma da almeno due mesi non li vedo più. Problemi? No, mai avuti da quei ragazzi», racconta la titolare del Dicaf, paninoteca di fronte all’edificio occupato.

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