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L'ALLARME

Il devastante "effetto Covid" sui negozi di Torino, tra debiti e crollo degli acquisti

Preoccupa l'analisi di Ascom sul commercio nel capoluogo sabaudo: "La nostra serietà ci penalizza"

Il commercio torinese non si è più ripreso da Covid e ora è arrivato il conto da pagare, in tutti i sensi: i consumatori infatti hanno ridotto drasticamente gli acquisti, per il 56,6% dei commercianti, e nell'ultimo trimestre è addirittura quadruplicato il numero di imprese che richiede credito alle banche per ristrutturare il debito. E' quanto emerge dall'analisi di Ascom Confcommercio Torino e provincia  realizzata in collaborazione con Format Research con un focus sull'ultimo trimestre e sull'ultimo triennio rapportato al precedente. 

VENDITE IN CALO PER UN COMMERCIANTE SU DUE

Per il 54,8% dei commercianti i consumatori in questi anni hanno modificato i comportamenti d'acquisto a causa della riduzione del reddito e della capacità di spesa, il 39,5% indica come motivazione principale la predilezione degli acquisti online, mentre per il 35,8% la causa è l'aumento dei prezzi e l'inflazione. La modifica dei comportamenti di acquisto dei consumatori ha inciso sulla riduzione delle vendite e dei ricavi nel 2023 per oltre la metà dei negozianti interpellati (53,3%) e quasi quattro imprese su dieci hanno registrato una riduzione dei margini (38,1%) e della liquidità (37,4%). 

NEGOZI SEMPRE PIU' INDEBITATI 

A preoccupare l'associazione è soprattutto il rifiuto della domanda di credito delle banche a un'impresa su due. Solo il 56% dei commercianti ha infatti visto accogliere interamente la propria domanda. E ben il 17% a chiesto il credito per appianare i propri debiti: percentuale che era al 4% nel trimestre precedente a Torino e che ora ha superato di gran lunga la media italiana dell'11%. Come se non bastasse calano anche gli investimenti, scesi dal 26 al 20% in tre mesi, contro la media italiana del 29%

I dati presentati da Ascom si traducono in una progressiva desertificazione commerciale ben visibile in città, tra saracinesche abbassate e negozi che sempre più cambiano destinazione d'uso e vengono trasformati in abitazioni

COPPA: "ALLARME DESERTIFICAZIONE, LE ISTITUZIONI AIUTINO I NEGOZIANTI VIRTUOSI"

"Sono emerse problematiche di carattere finanziario legate al post Covid che penalizzano le nostre attività commerciali, siamo molto preoccupati per la desertificazione commerciale in atto che stiamo rilevando tristemente nel censimento delle attività, molti negozi storici sono spariti" spiega la presidente di Ascom Confcommercio Torino, Maria Luisa Coppa: "I negozi - aggiunge - si stanno trasformando sempre più in garage e appartamenti, è necessario ripensare il Piano Regolatore Generale di Torino affinché il commercio non venga abbandonato". La presidente Coppa, a tal proposito, chiede un intervento da parte delle istituzioni: "Gli investimenti vengono fatti solo sul turismo e non sul commercio, stiamo cercando pertanto di sensibilizzare Comune e Regione affinché riconoscano i negozi virtuosi e diano loro un riconoscimento. L'agricoltura - aggiunge - è stata salvata con i fondi europei trent'anni fa, ora anche i negozi hanno bisogno dello stesso sostegno". 

"E' necessario - sottolinea il direttore di Ascom Torino, Carlo Alberto Carpignano - che anche gli istituti bancari creino degli strumenti per agevolare i commercianti a ristrutturare il debito ed evitare l'effetto valanga".

Ma come mai i commercianti torinesi hanno più problemi di credito e liquidità rispetto ai colleghi delle altre regioni italiane? Ascom e Format Research indicano tra i motivi: "la serietà dei commercianti torinesi che seguono le regole e fanno tutti lo scontrino fiscale"

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