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IL LUTTO
27 Marzo 2024 - 15:31
Angelino insieme a Pessotto, Zidane, Peruzzi e Mark Iuliano
Una vera e propria istituzione per tutti i torinesi e non solo, il ristorante di corso Moncalieri 59 “Da Angelino”. Un’istituzione che da mercoledì 27 marzo ha perso un altro dei suoi fondatori: a qualche mese di distanza dalla moglie Rita, all’età di 80 anni, se ne è andato anche lui, Angelino. Insieme avevano aperto nel 1978 questo ristorante, a due passi dal fiume Po. Un locale che nell’arco degli anni ha visto pranzare e cenare Vip, tanti, ma soprattutto campioni, quelli della Juve, che avevano scelto “Da Angelino” come seconda casa, come quartier generale a pochi passi dalla vecchia sede di piazza Crimea. Alla corte di chef Angelino Falvo sono passate generazioni di campioni, anche un certo Diego Armando Maradona, corteggiatissimo dall’Avvocato Agnelli in quegli anni. Lo dimostrano le pareti del ristorante di corso Moncalieri. Varcandone la soglia, infatti, si ha quasi l’impressione di entrare in un museo a tinte bianconere, quelle della Juventus.
Angelino insieme a Diego Armando Maradona
Sulle pareti sono appese maglie autografate dei campioni, e tante, tantissime foto. Ce n’è una anche che ritrae proprio Angelino insieme al Pibe de Oro mentre palleggia con un pallone della Juve. E poi ci sono le generazioni di calciatori e dirigenti della Signora. Da Boniperti al Trap, che portarono a cena la squadra vincitrice della Coppa Uefa nel 1993, dopo che al Delle Alpi si impose in finale sui tedeschi del Borussia Dortmund. Anche la Triade Moggi, Giraudo e Bettega ci veniva spesso a degustare pietanze rigorosamente piemontesi, come ad esempio il brasato al Barolo o gli agnolotti al sugo d’arrosto. E poi da Angelino ci andavano i calciatori e che calciatori: Baggio, Tacconi, Del Piero, Antonio Conte, Pessotto, Ferrara, Peruzzi, Montero, Deschamps e Trezeguet. E soprattutto il compianto Gianluca Vialli, un amico, che qui era di casa, con le sue insalatone - solo dopo le partite si lasciava andare - e gli scherzi che inscenava prendendo in mezzo il figlio di Angelino, Mauro.
Anche Zidane, francese timido e introverso, si faceva coccolare dalle leccornie che tutti i giorni gli preparava lo chef: Angelino al francese ha addirittura dedicato un primo, “i rigatoni alla Zidane”, pomodoro fresco e basilico, poi adottato dalla Nazionale francese campione d’Europa del 2000. La Juve di Lippi era di casa a tal punto da portarci anche la Champions League alzata a Roma nel 1996: lo testimoniano le foto. In cucina o nel retrobottega, i calciatori della Signora si sentivano a casa tra i piatti cucinati da Angelino, le partite a briscola e scopa (Vialli vs Porrini era un “must”) o a calciobalilla. Foto di un calcio che non c’è più e che con l’addio di Angelino può chiudere per sempre il libro dei ricordi.
Mezza Juventus nella cucina di Angelino: Porrini, Ferrara, Carrera, Vialli, Ventrone insieme ad Angelino (dietro) e al figlio (a destra)
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