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Il fatto

Aggredisce agente in carcere, il sindacato: «Dateci i taser»

Sembra che il detenuto pretendesse a tutti i costi dei datteri il cui ingresso è vietato

Aggredisce agente in carcere

Aggredisce agente in carcere

Ancora un grave episodio di violenza ai danni di un agente di polizia penitenziaria presso il carcere di Ivrea. Nel pomeriggio di ieri, martedì 9 aprile, intorno alle 16, un detenuto di origine marocchina ha improvvisamente aggredito un assistente capo, colpendolo ripetutamente con dei pugni al volto.

La vittima è stata presa di sorpresa dall'agguato, forse premeditato dal detenuto che ha atteso l'agente fuori dal suo ufficio. Secondo quanto riferito dai sindacati, sembra che il detenuto abbia reagito violentemente perché gli era stato negato l'accesso a dei datteri, il cui possesso è vietato. Non accettando il rifiuto, si è scagliato contro l'agente.

L'intervento tempestivo dei colleghi ha evitato guai peggiori. L'agente ferito è stato trasportato in ospedale, dove è stato diagnosticato un periodo di riposo di 14 giorni (poi saliti a 21) causa micro frattura al pollice destro, versamento ed ematoma radio destro a cui è seguita una visita ortopedica.

A denunciarlo, attraverso una nota è l'organizzazione sindacale Osapp. Per il Segretario Generale Leo Beneduci, «non ci sono più parole per commentare l’inerzia e l'immobilismo dei vertici Locali, Regionali e del Dap (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria), l’Istituto è completamente alla deriva nel silenzio più assordante di tutti: politica e istituzioni».

Il Sappe, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria, per voce del segretario generale Donato Capece ha sollecitato un intervento urgente e strutturale da parte delle istituzioni per garantire la sicurezza e la dignità del personale penitenziario, oltre che il ripristino dell'ordine negli istituti carcerari. «Riteniamo indispensabile la dotazione del taser, che potrebbe essere lo strumento utile per eccellenza in chiave anti aggressione, anche perché di ogni detenuto è possibile sapere le condizioni fisiche e mediche prima di poter usare la pistola a impulsi elettrici».

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