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Giudiziaria
25 Aprile 2024 - 16:00
Ragazzo di 16 anni pugnalato in piazza, sei indagati per la maxi rissa
Le telecamere hanno ripreso tutto: chi ha sferrato la coltellata, chi era presente e ha tirato pugni e calci, chi non ha fatto niente per interrompere le violenze. Nei giorni scorsi, sei persone hanno ricevuto gli avvisi per comunicare che sono indagate per la rissa scoppiata il 23 febbraio nel centro storico di Chieri, in via Palazzo di Città.
Tra loro c’è anche chi avrebbe impugnato un coltello e ferito un coetaneo che, quando è stato dimesso dall’ospedale, l’ha denunciato. La sua è la posizione più delicata, visto che deve rispondere anche di lesioni e porto abusivo di oggetti atti a offendere.
Quattro degli indagati sono minorenni. Nei filmati si vedono anche altre persone che hanno preso parte all’episodio, ma per ora non è stato possibile identificarle. Abitano nel Chierese, alcuni frequentano le scuole superiori in città e vivono in contesti familiari complessi. Quel venerdì pomeriggio, si sono dati appuntamento in centro. Dalle immagini si vede che iniziano a discutere animatamente. Alzano i toni, poi le mani.
A un certo punto, spunta un coltello di quelli usati per tagliare le verdure. Un ragazzo lo maneggia, si scaglia contro un altro giovane lì presente, lo colpisce e lo ferisce. La vittima ha 16 anni. Subisce un taglio sul retro della parte alta del corpo, tra la schiena e le spalle. Ha lacerazioni simili, più lievi, anche in altre parti del corpo, segno che potrebbe aver subito più di un colpo. Il ragazzo ferito viene portato all’ospedale. Il taglio non è troppo profondo, nel giro di qualche ora viene dimesso.
La polizia locale arriva pochi minuti dopo. Gli agenti trovano il coltello dentro a un negozio con dei distributori automatici e lo sequestrano. Nelle scorse settimane, la polizia locale ha portato avanti le indagini per conto delle autorità giudiziarie. Ha convocato al comando i ragazzi identificati e le loro famiglie. Adesso continueranno a occuparsene le autorità giudiziarie. Sul perché di così tanta violenza, sembra confermato quanto era emerso nei giorni dopo la rissa: incomprensioni tra gruppi “rivali”, questioni irrisolte, motivi all’apparenza futili, ma tenuti in considerazione dai ragazzi tanto da mettere in pericolo la vita di una persona.
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