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Il processo
03 Maggio 2024 - 06:00
Chissà se i poliziotti hanno riconosciuto Daniele Rugani quando lo hanno fermato lungo corso Grosseto, vicino al collegamento con la tangenziale e il raccordo per l’aeroporto. Erano le 3 di notte del 21 luglio 2023 e difficilmente la sua auto, una Maserati ultimo modello, poteva passare inosservata. Di certo c’è che gli agenti hanno fermato il calciatore della Juventus al posto di blocco: probabilmente stava tornando nella sua casa in centro a Torino dopo una serata di libertà, goduta in un periodo dell’anno in cui non era ancora cominciato il campionato di serie A. Il problema è che i poliziotti hanno deciso di sottoporre il giocatore all’alcol test: così è venuto fuori che Rugani, 30 anni da compiere a luglio, aveva bevuto qualche bicchiere di troppo. Parecchi, a giudicare dai risultati dell’apparecchio: alla prima misurazione ha riscontrato la presenza di 1.56 grammi di alcol per litro di sangue, scesi a 1.54 al secondo rilievo (effettuato almeno cinque minuti dopo, come previsto dal Codice della strada). In entrambi i casi, una quantità tre volte il limite consentito per legge: in sostanza, secondo i risultati del test, il difensore bianconero si è messo alla guida in stato di ebbrezza. E, per il Codice della strada, rischiava l’arresto fino a un anno, la sospensione della patente fino a due anni e un’ammenda fino a 9mila euro (aumentata perché la presunta violazione è avvenuta in piena notte).
La vicenda del calciatore è finita in tribunale ma si sarebbe già chiusa: la procura aveva chiesto al giudice di emettere un decreto penale di condanna e infliggere un’ammenda di 5mila euro al difensore 29enne. Probabilmente l’infelice episodio sarebbe passato sotto silenzio e si sarebbe chiuso così, con il reato estinto nel giro di due anni. Però Rugani, assistito dall’avvocato Raffaele Tecce del foro di Avellino, si è opposto al decreto di condanna per rispondere nel merito e ieri è iniziato il processo nel Palazzo di Giustizia: il legale campano, sostituito in aula da un collega torinese, ha chiesto che il 29enne svolgesse la messa alla prova presso un’associazione. Ma una richiesta del genere non è possibile in questa fase del procedimento, come ha fatto notare in aula il giudice Roberto Ruscello. Che, infatti, ha respinto la richiesta e ha dato il via al dibattimento: il 23 maggio saranno convocati i testimoni ed è previsto che intervenga anche l’imputato, cioè Rugani.
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