l'editoriale
Cerca
Il caso gocce di Chanel
03 Maggio 2024 - 06:50
Piero Fassino
L’affare Fassino continua a tenere banco. Non c’è Talk Show dove non se ne parli e l’ex segretario dem è diventato il bersaglio preferito di comici, odiatori e commentatori di ogni genere. Questo perché da un politico ci si aspetta al peggio che venga colto con le mani nel sacco quando intasca una tangente di centinaia di migliaia di euro e non perché sgraffigna un profumo che costa poco più di 100 euro. E allora ci si domanda perché. Ma non si riesce a formulare una risposta; alcuni opinionisti hanno ipotizzato che Fassino possa soffrire di cleptomania, ma stupisce perché non sia in cura (quantomeno non lo si sa). E ad altre ipotesi, nessuno vuole credere. Poi ci si domanda per chi fossero quei profumi che l’ex ministro avrebbe rubato o tentato di rubare.
Britney Spears
Lui ha detto: «Sono per mia moglie», ma non è reato se fossero stati per altre persone (regalare un profumo non è un reato o un tradimento, ci mancherebbe), oppure fossero per lo steso Fassino, infatti molti uomini preferiscono fragranze per signora e viceversa. In definitiva, almeno sul piano delle ipotesi, non ci sono rappresentazioni del fatto convincenti e credibili fino in fondo. Ci si dovrà accontentare di quella processuale, che potrebbe non arrivare in un’aula di tribunale ed essere archiviata e dimenticata. Certo è che, come lui stesso ha spiegato, questa vicenda cancella definitivamente Fassino dall’agone della politica e inquina il suo passato integerrimo e sul quale tutti, almeno fino a ieri, avrebbero giurato. Precedenti ce ne sono, e Fassino è in buona compagnia: il cantante Marco Carta era stato pizzicato (ma poi fu assolto) a rubare magliette alla Rinascente, Britney Spears, rubò una parrucca in un sexy shop, Lindsay Lohan una collana e anche Renatino Vallanzasca si giocò la semilibertà per un paio di mutande.
Lindsay Lohan
Intanto, sul piano giudiziario, l’informativa della Polaria è stata acquisita dalla Procura di Civitavecchia e adesso Piero Fassino risulta formalmente iscritto nel registro degli indagati per il furto del profumo avvenuto il 15 aprile scorso nel duty free dell’aeroporto di Fiumicino. Un atto, questo, conseguente alla querela presentata dai responsabili dell’esercizio commerciale. Agli atti ci sono anche i video delle telecamere che avrebbero ripreso tutte le fasi e ci sarebbero anche le testimonianze di sei commessi. Secondo quanto trapela, gli addetti del duty free avrebbero fatto riferimento ad altri due tentativi di furto nello stesso negozio da parte del parlamentare dem: uno poco prima di Natale e l’altro il 27 marzo scorso. I magistrati saranno chiamati a valutare se richiedere l’archiviazione per insussistenza di prove o per «particolare tenuità del fatto». Una fattispecie, quest’ultima, non prevista nel caso di recidiva, cioè se venissero dimostrata la reiterazione del reato. I pm potrebbero quindi anche chiudere le indagini chiedendo il giudizio. Non è escluso che Fassino possa essere convocato dai magistrati per essere interrogato sull’episodio. Secondo quanto si apprende, in queste ore è in corso la valutazione degli inquirenti.
Marco Carta
I più letti
CronacaQui.it | Direttore responsabile: Andrea Monticone
Vicedirettore: Marco Bardesono Capo servizio cronaca: Claudio Neve
Editore: Editoriale Argo s.r.l. Via Principe Tommaso 30 – 10125 Torino | C.F.08313560016 | P.IVA.08313560016. Redazione Torino: via Principe Tommaso, 30 – 10125 Torino |Tel. 011.6669, Email redazione@cronacaqui.it. Fax. 0116669232 ISSN 2611-2272 Amministratore unico e responsabile trattamento dati e sicurezza: Beppe Fossati
Registrazione tribunale n° 1877 del 14.03.1950 Tribunale di Milano
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo..