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IL CASO
08 Maggio 2024 - 08:35
MARCO CON SUA MADRE ANGELA
Marco è un ragazzo di 17 anni che frequenta la seconda superiore dell’Istituto di Istruzione Superiore Gobetti Marchesini di Torino. Appassionatissimo di musica, è cieco dalla nascita. Il giovane è inserito benissimo nella sua classe, va d’accordo con i suoi compagni e desiderava poter andare con loro, in gita, lo scorso 19 aprile. Una giornata a Finale Ligure, con partenza al mattino in treno e rientro in serata. Purtroppo, il suo sogno è stato infranto. A raccontare questa vicenda amara, è sua madre, Angela Pareti, che fino all’ultimo ha cercato una soluzione per poter mandare il figlio con i compagni in Liguria. «Marco - ha raccontato - è seguito da due insegnanti di sostegno e da un’educatrice di Irifor: questa divide le sue ore tra scuola e casa, e si era offerta di accompagnare in gita mio figlio, in quanto nessuno dei due insegnanti di sostegno aveva offerto la disponibilità ad affiancarlo». La preside ha risposto che non c’era assolutamente alcuna possibilità «in quanto l’educatrice non fa parte del personale scolastico. Nonostante sia una professionista qualificata, con un titolo specialistico nell’assistenza ai ragazzi con disabilità sensoriali. Lei non avrebbe potuto accompagnare Marco». Niente insegnanti di sostegno, impossibilitata l’educatrice. Allora come si fa? «La preside mi ha comunicato che l’unica maniera per poter far andare mio figlio in gita con tutta la classe era quella di accompagnarlo personalmente. Io o mio marito».

Una scelta che ad Angela sembra assurda: «Un adolescente di 17anni non vuole la mamma in gita con lui. Mio figlio è cieco, ma è comunque un ragazzo che vive un’età dove sta formando una sua identità individuale. Sfiderei qualsiasi coetaneo o coetanea ad affermare che sarebbe felice della presenza di un genitore in gita». E dire che quella scuola, Angela l’ha scelta dietro consiglio dei medici, in quanto l’Istituto rientra tra le scuole segnalate tra quelle con «programma comunale per l’inclusione scolastica e formativa dei bambini e alunni con “bisogni educativi speciali”, come si legge sul sito della Gobetti Marchesini. Infatti, sono diversi gli allievi disabili iscritti. «Abbiamo avuto, io e la preside, una discussione molto accesa. La dirigente ha sottolineato come in passato più genitori abbiano partecipato alle gite per accompagnare i figli. Mi ha fatto capire, in maniera per nulla subliminale, che se Marco non avesse preso parte alla giornata di svago con la classe, la colpa sarebbe stata solo mia», continua Angela. «Mi è stato detto: signora, lei venga con noi e lo accompagna durante il viaggio in treno, poi una volta arrivati a destinazione lei si fa una passeggiata e ci vediamo quando è ora di riprendere il treno per il viaggio di ritorno». Nessun valore aggiunto, semplicemente, nel caso di necessità, Angela sarebbe stata nei paraggi. «E questa sarebbe una scuola che punta all’inclusione? Per consolarci, hanno proposto a Marco una gita in provincia di Torino, dove avrebbero preso parte solo allievi disabili di diverse classi. In quella occasione, ci sarebbero stati gli insegnanti di sostegno». Mamma Angela non ha intenzione di lasciarla passare cosi. «Marco è stato comprensivo, mi ha sorpresa come l’ha presa. Ci è rimasto male, ovviamente, non poco. Ho intenzione di scrivere al Provveditorato agli studi per segnalare l’accaduto», conclude. Una storia, quella di Marco, che ricorda un’altra vicenda analoga, quella dell’Istituto Tommaseo di Torino, dove diversi ragazzi e ragazze disabili non hanno potuto prendere parte ad una gita che li avrebbe portati a Milano, nello studio di registrazione di un noto podcast: in quel caso, in 15 sono rimasti in classe. A proposito, il ministro Valditara ha espresso un giudizio di dissenso.

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