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L'inchiesta

I messaggi, la riunione segreta, l'indagine: cosa sta succedendo nella Fondazione Crt

Finanza e Procura vogliono capire chi abbia guadagnato dal "patto occulto". E ora arrivano gli ispettori del Ministero

I messaggi, la riunione segreta, l'indagine: cosa sta succedendo nella Fondazione Crt

La sede di Fondazione Crt in via XX Settembre

Hanno tramato per ribaltare la Fondazione Crt, con documenti e accordi pensati per introdurre «interessi extrasociali». Tradotto, i loro interessi e non quelli della Fondazione: è quello di cui sono accusati Corrado Bonadeo, Paolo Garbarino, Gianluca Gaidano, Michele Rosboch, Elisabetta Mazzola, Davide Franco e Antonello Monti. Tutti consiglieri d’indirizzo passati o attuali della Fondazione di via XX Settembre, tranne Monti (che fa parte del consiglio di amministrazione).

Ieri mattina i sette consiglieri sono stati tutti perquisiti a casa o in ufficio dagli investigatori del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza Torino, guidati dal colonnello Alessandro Langella. I quali hanno sequestrato loro telefoni e computer per cercare e-mail, messaggi e chiamate che provino il reato di cui sono accusati i consiglieri: illecita influenza sull’assemblea, che prevede pene tra 6 mesi e 3 anni per chi “con atti simulati o fraudolenti, determina la maggioranza in assemblea, allo scopo di procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto”. E ora bisognerà capire cosa sia questo ingiusto profitto e chi ne abbia beneficiato. Forse potere, nomine o chissà cos’altro.

Commercialisti, professori, un medico e anche un docente di Storia del Diritto Romano: stando ai curricula pubblicati sul sito di Fondazione Crt, ecco chi sono i sei consiglieri d’indirizzo che, nell’ipotesi della Procura, hanno partecipato al “patto occulto” per un loro tornaconto personale. Corrado Bonadeo, ritenuto l’autore del “Patto di consultazione e di pre-adesione”, ha 59 anni, abita a Tortona (Alessandria), è nel cda di tre società, è laureato in Giurisprudenza ed è dottore commercialista. Come l’unica donna indagata, Elisabetta Mazzola, 59enne di Caluso. Il 70enne Paolo Luciano Garbarino è di Canelli (Asti) e insegna Storia del Diritto Romano alla sede di Vercelli dell’Università del Piemonte Orientale. Stesso ateneo del torinese Gianluca Gaidano, medico ematologo di 61 anni, docente di Malattie del Sangue. Insegna Storia del Diritto italiano ed europeo all’Università di Torino, invece, il 55enne Michele Rosboch. Ha un anno in meno e vive anche lui a Torino Davide Franco, che si definisce «dirigente di ventennale esperienza internazionale nel settore della business innovation e ICT con specializzazione nei processi digitali». A sei consiglieri d’indirizzo si aggiunge l’unico consigliere d’amministrazione indagato dalla Procura: si tratta di Antonello Monti, imprenditore agricolo vercellese che insegna Economia e direzione delle imprese di servizi. Sempre secondo il curriculum pubblicato da Crt, fa parte del Comitato esecutivo Istituto centrale sostentamento Clero a Roma e del Consiglio affari economici della Diocesi di Novara.

La riunione segreta

Il procuratore aggiunto Marco Gianoglio e i pubblici ministeri Paolo Del Grosso e Lisa Bergamasco sono partiti dall’esposto presentato in Procura dall’ex segretario generale della Fondazione Crt, Andrea Varese. A questo si aggiunge l’esposto che il presidente Fabrizio Palenzona ha inviato al Ministero dell’Economia, cui compete il controllo sulle fondazioni bancarie. Da lì la “palla” è passata alla Procura di Roma e poi a quella di Torino, dove si è presentato il 28 e il 29 maggio Maurizio Irrera. Il presidente a interim è stato sentito dagli inquirenti e ha permesso loro di ricostruire i passaggi della vicenda. A partire dal “Patto di consultazione e di pre-adesione al gruppo consiliare Fondazione di Domani nel consiglio d’indirizzo”: è il famigerato patto occulto, a quanto pare partito da Bonadeo. Passato di mano in mano fra consiglieri presenti e futuri, doveva garantire unità d’intenti e una “maggioranza stabile”: Bonadeo sarebbe stato il portavoce nel Cdi, con Monti nello stesso ruolo al Consiglio di amministrazione. Un patto confidenziale e riservato ma concretizzato il 19 aprile: invece di partecipare al cda, i consiglieri Antonello Monti, Davide Canavesio e Anna Maria Di Mascio si sono incontrati con la vicepresidente Caterina Bima e con Garbarino, Gaidano, Rosboch, Mazzola e Franco. Una riunione segreta di 40 minuti, cui è seguito il consiglio di amministrazione del terremoto: quello in cui è stato revocato il segretario Varese e che ha portato alle dimissioni di Palenzona, formalizzate il giorno 22. Quando i quattro consiglieri del cda della riunione segreta si sono autonominati ai vertici di società e associazioni legate a Crt.

L'ex presidente della Fondazione Crt, Carlo Palenzona

La presunta irregolarità del Patto di consultazione emerge anche dai pareri chiesti da Palenzona prima di scrivere al Ministero, su cui si sono basati i pm. «Mira a introdurre interessi extrasociali nella Fondazione», scrive Roberto Sacchi, professore di Diritto commerciale all’Università di Milano. Che aggiunge: «A prescindere dalla sottoscrizione del patto, è un’oggettiva rottura della legalità». L’avvocato Maurizio Riverditi, invece, parla di «verosimile instaurazione di un parallelo e occulto regime di governance». Tutto, secondo gli esperti, «contro le leggi e lo Statuto».

Verso il commissariamento?

E ora cosa succederà? Dopo gli investigatori della Finanza, è il turno degli ispettori del Ministero dell’Economia. E, probabilmente, di una pioggia di dimissioni e del commissario: sarà un periodo particolarmente “caldo” e attivo quello che attende la Fondazione Crt, i cui vertici finora sono rimasti in silenzio. Così come le principali istituzioni cittadine.

Il primo atto, viene da pensare, potrebbero essere le dimissioni di chi è destinatario di queste accuse. E poi che succederà? Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha già inviato i suoi ispettori a Torino per fare chiarezza sulle vicende degli ultimi mesi, che hanno portato all’allontanamento del segretario generale Andrea Varese e alle successive dimissioni del presidente Fabrizio Palenzona (facendo scattare la reggenza di Maurizio Irrera).

Ora si aggiunge il nuovo tassello dell’inchiesta, con le perquisizioni di ieri mattina: «Credo che sia necessario approfondire in modo serio anche le ultime situazioni» spiega proprio Giorgetti, interrogato a proposito degli ultimi sviluppi e dell’invio degli ispettori ministeriali alla Fondazione Crt.

Al momento resta convocato, alle 15 di venerdì, il consiglio di indirizzo che dovrebbe nominare la giurista Anna Maria Poggi come nuova presidente. In base allo Statuto la nomina sarebbe dovuta avvenire entro il 23 maggio, a un mese esatto dalle dimissioni di Palenzona. Ma, su richiesta del Mef, è slittata al 7 giugno. La data verrà confermata? C’è anche la possibilità che una nuova disposizione del ministero possa fare slittare ancora la nomina di Poggi in attesa delle indagini degli ispettori ministeriali e dello sviluppo dell’inchiesta della Procura. Oppure si potrebbe passare direttamente alla nomina di un commissario straordinario per “reggere” la Fondazione in questo momento unico della storia di (quasi) tutte le fondazioni bancarie. Il Ministero dell’Economia, che deve controllare come il rispetto del bilancio e delle regole delle fondazioni, ha questo potere: può nominare un commissario in caso di necessità, soprattutto se dovesse accertare condotte illegittime (come potrebbe essere il famigerato “patto occulto” dei consiglieri).

Nel merito, Giorgetti risponde possibilista, ricordando che «c’è un precedente storico: a Napoli, prima del commissariamento, sono arrivati gli ispettori. Non è direttamente una conseguenza ma è un dato oggettivo».
Il riferimento è al primo e (finora) unico precedente: il Ministero dell’Economia ha commissariato solo quella del Banco di Napoli nel 2018. Il ministro aggiunge che «impongono questo tipo di approccio anche gli approfondimenti che ha deciso di fare la magistratura».

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