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L'attivista eletta
11 Giugno 2024 - 15:30
Missione compiuta (forse) per Ilaria Salis. Con l'elezione l'attivista italiana al momento ai domiciliari in Ungheria raggiunge - sulla carta - l'obiettivo che si erano prefissati lei e tutti quelli che avevano scelto di metterla in lista con Avs: sfuggire al processo. E anche a eventuali contestazioni in patria per l'occupazione abusiva di una casa popolare. Tutto perfetto, a meno che subentri un colpo di scena, che avrebbe non poche ripercussioni politiche. Analizziamo nel dettaglio.
Spiegano i portavoce del Parlamento Europeo spiegano che "l'immunità parlamentare non è un privilegio personale dei deputati, ma una garanzia che un deputato al Parlamento europeo possa esercitare liberamente il suo mandato senza essere esposto a una persecuzione politica arbitraria. L'immunità parlamentare in quanto tale assicura quindi l'indipendenza e l'integrità del Parlamento nel suo complesso".
E dunque i membri del Parlamento europeo non possono essere ricercati, detenuti o perseguiti per le proprie opinioni o per i voti espressi nella loro veste di deputati al Parlamento europeo. La loro immunità è duplice e consiste in una immunità analoga a quella concessa ai membri del parlamento nazionale, nel territorio dello Stato membro di origine; nell'esenzione da ogni provvedimento di detenzione e da ogni procedimento giudiziario, nel territorio di ogni altro Stato membro.
Dunque, il processo che la riguarda dovrebbe essere sospeso, nel momento della proclamazione degli eletti. Nicola Fratoianni, leader di Avs, dice che "Ilaria va liberata subito". Il padre Roberto Salis va oltre: per lui, la liberazione dai domiciliari deve avvenire anche prima della proclamazione ufficiale.
Ilaria Salis è però accusata delle lesioni a un attivista politico - lei e altri erano in Ungheria per "fermare i nazifascisti" ha sempre detto - che rasentano il tentato omicidio: la vittima è stata presa a sprangate, infatti. E il video dell'aggressione potrebbe configurare l'ipotesi di "flagrante delitto", per cui l'immunità non è valida. Il procuratore generale ungherese, inoltre, potrebbe chiedere all'Europarlamento la revoca dell'immunità, ma non è detto che Strasburgo la conceda, nella consapevolezza che il dibattito sulla Salis, fin dalla sua comparsa in catene in aula, è stragiudiziario: è puramente politico (e capzioso).
E poi c'è la questione tutta italiana: Ilaria Salis, è emerso nei giorni scorsi, insegnante e attivista, ha occupato abusivamente per lungo tempo un appartamento popolare in zona Navigli a Milano. Secondo quanto si sa, il danno causato all'amministrazione pubblica per il mancato pagamento dell'affitto è di circa 90mila euro. I suoi legali hanno spiegato che, al momento, nessuna contestazione è stata avanzata, né penale né civile (nel qual caso, l'immunità non varrebbe e addirittura la sua remunerazione a Strasburgo potrebbe essere pignorata) e di certo il sindaco Beppe Sala non pare ansioso di varare la legittima richiesta di pagamento. Chi insegna (anche) senso civico e democrazia ai bambini, e si picca di spiegarla agli adulti, potrebbe allora dare l'esempio: i debiti si pagano, così come la cosa pubblica non è tale perché ognuno se ne appropria come ritiene meglio, ma perché leggi e norme si rispettano.
Ma se chi si considera nel giusto preferisce non affrontare un processo - l'innocenza si dimostra nei tribunali, non sui giornali -, andando a beneficiare di una scappatoia, allora non è così diverso dai cosiddetti "pacifinti", come quelli con i colori della Palestina per cui le uniche ragioni sono le loro e vandalizzare, danneggiare le persone comuni è considerato legittimo.
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