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Il processo
13 Giugno 2024 - 17:20
Spinte, insulti: «Siete disabili, vi ammazzo». Il lancio di una sedia, un bimbo col mento quasi spaccato per terra: «E ora piangi». Cibo fatto ingoiare e vomitato, bambini dislessici trascinati per terra e costretti a farsi la pipì addosso: «Se parlate chiamo la polizia, che arresta i vostri genitori e vi butto dalla finestra»: sono alcuni degli episodi contestati alla maestra Laura Prunotto, per cui il pubblico ministero Giulia Rizzo stamattina ha chiesto una condanna a 4 anni di carcere per i maltrattamenti ai suoi alunni. Insieme all'insegnante sono imputate, per omissione di atti d’ufficio e omessa denuncia, la dirigente scolastica Maura Vaisitti, la vicaria Paola Chieppa e Katia Domenica Saracco, responsabile di plesso: la pm ha chiesto 3 anni e 6 mesi per la prima e 3 anni e 4 mesi per le altre due. Perché, secondo l'accusa, sapevano cosa succedeva nelle classi ma non hanno fatto nulla per impedirlo e fermare Prunotto.
L’insegnante, oggi 45enne, era già stata indagata nel 2011 e nel 2016 per maltrattamenti e abuso dei mezzi di correzione. Ma venne tutto archiviato. Poi il pubblico ministero Giulia Rizzo ha aperto una nuova inchiesta che ha portato all’attuale processo davanti alla giudice Immacolata Iadeluca.
Prunotto è accusata di aver fatto di tutto a 21 bambini delle scuole primarie Alvaro-Gobetti e Leone Sinigaglia di Torino tra il 2014 e il 2018. Tanto che era finita agli arresti domiciliari nel 2019.
A distanza di anni, il processo contro di lei e le altre tre imputate è finalmente alle battute finali dopo un elenco infinito di udienze in cui sono sfilati docenti, personale scolastico e genitori. Tutti hanno testimoniato per aiutare la giudice a ricostruire quei quattro anni scolastici e trovare conferma alle parole di bimbi che all’epoca avevano tra i 6 e i 9 anni. E che hanno accusato la maestra di averli insultati e maltrattati: «Sono tutte calunnie, nessuno mi ha sentito dire o visto fare nulla. E’ un complotto contro di me, una persecuzione che dura da dieci anni - ha replicato in aula Prunotto - Nessuna insegnante si permetterebbe di rivolgersi così a un bambino. Io non dico neanche le parolacce, mi dicono che sono una “madonnina”». E ancora: «Un bambino mi ha puntato il dito contro, poi ha esclamato: “Dico a mia mamma che mi hai messo le mani addosso, così ti faccio vedere io”. Era una minaccia oggettiva e grave».
Secondo Prunotto, «una mamma ha aizzato gli altri genitori, che hanno iniziato a tramare contro di me. E’ stata una “bomba”, un complotto basato su calunnie e “sentito dire”. Ed è diventata una persecuzione che dura da dieci anni».
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