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L'accusa
04 Maggio 2024 - 04:20
Spinte, insulti: «Siete disabili, vi ammazzo». Il lancio di una sedia, un bimbo col mento quasi spaccato per terra: «E ora piangi». Cibo fatto ingoiare e vomitato, bambini dislessici trascinati per terra e costretti a farsi la pipì addosso: «Se parlate chiamo la polizia, che arresta i vostri genitori e vi butto dalla finestra». Sono solo alcuni degli episodi contestati alla maestra Laura Prunotto, finita a processo per maltrattamenti ai suoi alunni. Che ieri ha fornito per la prima volta la sua versione in risposta alle accuse mosse da bambini e genitori: «Sono tutte calunnie, nessuno mi ha sentito dire o visto fare nulla. E’ un complotto contro di me, una persecuzione che dura da dieci anni».
L’insegnante, oggi 45enne, era già stata indagata nel 2011 e nel 2016 per maltrattamenti e abuso dei mezzi di correzione. Ma venne tutto archiviato. Poi il pubblico ministero Giulia Rizzo ha aperto una nuova inchiesta che ha portato all’attuale processo davanti alla giudice Immacolata Iadeluca. Prunotto è accusata di aver fatto di tutto a 21 bambini delle scuole primarie Alvaro-Gobetti e Leone Sinigaglia di Torino tra il 2014 e il 2018. Tanto che era finita agli arresti domiciliari nel 2019.
Insieme a Prunotto sono imputate, per rifiuto di atti d’ufficio, la dirigente scolastica Maura Vaisitti, la vicaria Paola Chieppa e Katia Domenica, responsabile di plesso. A distanza di anni, il processo contro di loro è finalmente alle battute finali dopo un elenco infinito di udienze in cui sono sfilati docenti, personale scolastico e genitori. Tutti hanno testimoniato per aiutare la giudice a ricostruire quei quattro anni scolastici e trovare alle parole di bimbi che all’epoca avevano tra i 6 e i 9 anni. E che hanno accusato Prunotto di averli insultati e maltrattati: «Un bambino mi ha puntato il dito contro - riferisce oggi la maestra - Poi ha esclamato: “Dico a mia mamma che mi hai messo le mani addosso, così ti faccio vedere io”. Era una minaccia oggettiva e grave». Ma, secondo Prunotto, non c’era niente di vero: «Non ho mai fatto nulla di quello che mi viene contestato, nessuna insegnante si permetterebbe di rivolgersi così a un bambino. Io non dico neanche le parolacce, mi dicono che sono una “madonnina”». Allora tutte queste accuse da dove nascono? «Una mamma ha aizzato gli altri genitori, che hanno iniziato a tramare contro di me. E’ stata una “bomba”, un complotto basato su calunnie e “sentito dire”. Ed è diventata una persecuzione che dura da dieci anni». Eppure l’Ufficio scolastico regionale l’ha sospesa: «Lo ha fatto per dare un contentino ai genitori e non metterseli contro».
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