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Il commento

Il degrado di strade e piazze storiche di Torino: un attacco alla bellezza della città

Il degrado è sotto gli occhi di tutti, ma sembra che l’intellettualità torinese, sempre pronta a mobilitarsi anche per le cause più futili, sia cieca di fronte a questo disastro

Buche

Buche in centro città

Parafrasando un celebre detto del ministro della propaganda del terzo Reich, quando a Torino sento parlare di riqualificazione metto mano alla pistola. Si perché “riqualificazione” in questa sfortunata città significa, troppo spesso, cancellare le impronte del passato e, con una libidine del brutto forse inconsapevole, introdurre manufatti banali di cosiddetto arredo urbano. Torino, una città che un tempo era sinonimo di eleganza e nobiltà, sta progressivamente perdendo il suo volto storico. Questo disastro estetico è il risultato delle scelte scellerate delle amministrazioni comunali che, in una sorta di mania distruttiva, continuano a rimuovere i lastricati storici in pietra per sostituirli con cubetti di porfido, pietre di Luserna e bitume. Il degrado è sotto gli occhi di tutti, ma sembra che l’intellettualità torinese, sempre pronta a mobilitarsi anche per le cause più futili, sia cieca di fronte a questo disastro.

In piazza Solferino

Le più o meno recenti “riqualificazioni” di strade e piazze storiche non sono altro che un insulto alla bellezza e all’eleganza che hanno caratterizzato la città da secoli. Questa devastazione, perpetrata con sfrontata arroganza, si manifesta in interventi che non solo deturpano l’estetica dei luoghi, ma ne snaturano anche l’anima storica. Un esempio lampante di questo scempio è piazza Solferino. Un tempo era un gioiello di Torino, con il suo pavimento lastricato che narrava secoli di storia. Oggi, al suo posto, troviamo i tristemente noti cubetti di porfido, identici a quelli che si trovano nei piazzali degli stabilimenti. Non è solo una questione di estetica, ma di identità: Piazza Solferino ha perso la sua anima, l’hanno fatta diventare un luogo qualsiasi, privo di quel carattere unico che la rendeva speciale. Piazza Savoia non è stata risparmiata. Anche qui, i lastricati storici sono stati sacrificati sull’altare della modernità mal concepita. La sostituzione con il porfido non solo deturpa l’aspetto della piazza, ma ne compromette anche la funzionalità. I lastricati originali, realizzati con maestria artigianale, erano pensati per durare nel tempo e resistere alle intemperie. I cubetti di porfido, al contrario, si deteriorano facilmente e necessitano di continue riparazioni, con costi che ricadono sui cittadini. Piazza Carlina, altro esempio emblematico, ha subito un destino analogo. Questa piazza, come molte altre, è stata vittima di una visione miope che non riesce a comprendere il valore del patrimonio storico. Luoghi che un tempo erano ricchi di fascino sono stati trasfigurati e sono ormai incapaci di suscitare l’orgoglio dei torinesi.

Ma non è finita qui. Le vie centrali di Torino sono state letteralmente sfregiate dall’asfalto. Via Cernaia e via Pietro Micca, un tempo vie maestose e ricche di storia, sono ora anonime distese di bitume e rotaie del tram nella parte centrale, con ai lati, tristi testimoni, le residue originali pietre, sostituite vergognosamente con toppe di catrame in caso di rottura. Via Madama Cristina ha subito la stessa sorte. Ora vi sono i cantieri della “riqualificazione” in via Po che subirà lo stesso destino. Questi lavori, a detta dei responsabili, dovrebbero migliorare la fruibilità degli spazi e rendere più agevole il passaggio dei tram. Ma la realtà e l’impatto sulla via simbolo del centro storico sarà devastante. Si sta offendendo l’eleganza e la storia della città, si sta compiendo un atto di vandalismo autorizzato che sta trasformando Torino in una città qualsiasi, sempre meno attrattiva. Stanno cancellando l’aspetto elegante e sofisticato del passato con strati di cemento e catrame. La cecità delle amministrazioni torinesi è ancora più evidente quando si guarda a città come Milano, dove i lastricati coevi a quelli torinesi sono conservati, manutenuti e valorizzati.

In piazza Solferino

Milano ha compreso l’importanza di preservare il proprio patrimonio storico non solo per il valore culturale intrinseco, ma anche come attrattiva turistica. Le strade e le piazze milanesi, ancora lastricate in pietra, raccontano una storia che i turisti sono desiderosi di ascoltare e vivere. In via Pontaccio, piena Brera, sono state ripristinate le lastre di pietra tagliate per le rotaie di quando passava il tram. Nella milanese lastricata via Manzoni, centrale come la nostra via Roma, passano i tram però a nessuno è passato per la testa di incatramarne la parte centrale come accaduto nella nostra via Cernaia, ma la lista degli orrori è lunga e desolante. Uno solo per tutti: l’ecomostro di Fuksass a Porta Palazzo! Uno dei misteri più sconcertanti di queste vicende è il silenzio della Sovrintendenza, l’ente preposto alla tutela del patrimonio storico. Dove sono gli interventi a difesa delle pietre storiche di Torino? Sembra che la Sovrintendenza abbia abdicato al suo ruolo, permettendo che interventi scellerati trasformino la città in una caricatura di se stessa. È chiaro che le cosiddette “riqualificazioni” non sono altro che operazioni di maquillage superficiale, incapaci di comprendere la vera essenza della città. Gli amministratori comunali mostrano una preoccupante ignoranza e una totale mancanza di lungimiranza.

Non capiscono che una città che vuole attirare turisti deve mantenere e valorizzare le sue peculiarità storico-architettoniche. Ogni lastricato rimosso, ogni piazza trasformata, è un pezzo di storia che viene cancellato. Si preferisce optare per soluzioni più economiche e meno durature, anziché investire nella conservazione del patrimonio storico. Questi interventi, oltre che essere oltraggiosi per la loro bruttezza, snaturano lo spirito della città. Torino merita di meglio. Merita una classe dirigente, non solo politica, che abbia a cuore la sua storia e il suo patrimonio, che sappia vedere oltre il breve termine e che investa nella conservazione delle sue bellezze. Continuare su questa strada significa contribuire a condannare la città a un declino inesorabile. È ora di dire basta a questa devastazione e di restituire a Torino la sua vera anima, quella di una città elegante e unica.

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