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Sale sul quarto piano del palazzo e tenta il suicidio: salvato da due poliziotti-eroi

Gli agenti Domenico e Francesco hanno fatto desistere un uomo che voleva farla finita dopo aver saputo della sua diagnosi

Poliziotti e pompieri sul tetto del palazzo per salvare un uomo dal tentativo di suicidio

Poliziotti e pompieri sul tetto del palazzo per salvare un uomo dal tentativo di suicidio

Salito sul tetto del quarto piano del palazzo, voleva buttarsi di sotto e farla finita. A salvarlo, due poliziotti-eroi. Erano da poco passate le 19 ieri sera, quando al 112 è arrivata una segnalazione relativa a un uomo sulla cinquantina che si trovava sul tetto di un condominio di quattro piani nel quartiere Santa Rita e minacciava di gettarsi di sotto. Domenico e Francesco, due poliziotti delle Nibbio, le pattuglie dei motociclisti dell’UPGeSP, ed altre due pattuglie delle volanti, sono andati velocemente all’indirizzo senza utilizzare sistemi di allarme visivi o sonori. Uno dei poliziotti è rimasto in strada a coordinare l’arrivo dei mezzi di soccorso, mentre gli altri cinque agenti si sono fatti aprire la porta dello stabile e sono saliti al quarto piano.

Qui un parente li attendeva, con una seconda copia delle chiavi, e ha permesso loro di raggiungere la mansarda da cui il 50enne aveva fatto accesso ai tetti. Attraverso due lucernai, i poliziotti l'hanno visto seduto sul bordo del cornicione dello stabile mentre si sporgeva pericolosamente, col busto, di sotto. I poliziotti, ormai sui tetti, hanno cercato di richiamare la sua attenzione, ma senza esito, anzi. «Andate via o mi ammazzo!», urlava il malcapitato agli agenti. Così, gli operatori sono rientrati nella mansarda e dai lucernai hanno cercato di trovare il modo migliore per interagire col soggetto. L’uomo si presenta in evidente stato di difficoltà fisica e psicologica, denutrito e disidratato. Come spiegherà lui stesso a Domenico, l’operatore di polizia che riuscirà ad instaurare con lui un dialogo, dopo anni di malattia, proprio l’altro giorno aveva infatti ricevuto la diagnosi certa relativa a una patologia neurologica degenerativa, che fra le altre cose non gli permette di alimentarsi normalmente. E così, in un momento di sconforto, nella speranza di trovare sollievo alle proprie sofferenze, si ritrovava su quel cornicione.

Il poliziotto, intuendo che l’uomo iniziava a fidarsi di lui, lo teneva impegnato nella conversazione e notando che aveva la bocca secca, gli proponeva di bere dell’acqua, offrendosi di portargli una bottiglietta: in questo modo, l'agente è riuscito ad avvicinarsi e, rimanendo a cavalcioni per evitare di perdere l‘equilibrio e cadere di sotto, si è messo davanti all’uomo col proprio corpo, di fatto proteggendolo. Domenico è rimasto in questa posizione per quasi mezz’ora e ha usato questo lasso di tempo per dialogare ancora e posizionarsi in modo più stabile per intervenire in sicurezza; coordinandosi visivamente con gli altri operatori rimasti a distanza sul tetto, ha fatto loro un cenno col capo, in modo che i colleghi si avvicinassero alle spalle senza fare rumore, e tutti insieme hanno afferrato il malcapitato portandolo dentro casa, senza procuragli alcuna lesione nonostante la sua fragile corporatura. Il 118 lo ha portato in ospedale per sincerarsi delle sue condizioni di salute e per medicargli alcune escoriazioni che si era procurato dopo essersi lanciato sulle tegole uscendo dal lucernaio.

 

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