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IL REPORTAGE

I vecchi saldi estivi non “tirano” più: «Fregati dal web e dal franchising»

Al “giro di boa” delle otto settimane di promozioni in Piemonte commercianti poco convinti

I vecchi saldi estivi  non “tirano” più: «Fregati dal web e dal franchising»

Se, fino a pochi anni fa erano attesi addirittura con ansia, oggi, con la concorrenza di Internet e delle continue promozioni “fuori stagione”, i saldi sembrano avviarsi verso il declino. «Speravamo in un ultima corsa agli acquisti ma, come vede, per strada non c’è quasi più nessuno» ci spiegano in un negozio di vestiti che affaccia sua via Frejus. E lo stesso ritornello, seppur con più curiosi davanti alle vetrine, si sente in via Po e in via Garibaldi. La fiammata dei saldi estivi, insomma, non sembra esserci stata e il periodo degli sconti che accompagnano le ferie per otto settimane pare abbia perso gran parte del suo fascino e della sua efficacia. Almeno, aggirandosi tra chi i negozi rimasti aperti in centro.


«I saldi non esistono più. O meglio, non interessano più a nessuno» commentava, nei giorni scorsi, Fismo Confesercenti, non nascondendo come siano peroprio le leggi che disciplinano i saldi - risalenti a oltre quarant'anni fa - a non essere più aggiornate alle abitudini di consumo del giorno d’oggi. Dunque, nemmeno più l’occasione di svuotare i magazzini in vista dei prossimi acquisti finisce per allettare i commercianti, così, lo smaltimento delle rimanenze è facile che si trasformino in “stock”. Altro esempio è quello delle date dei saldi che, non molto tempo fa, ancora si cerchiavano in rosso sul calendario mentre, ora, quasi passano inosservate.

E non c’è più alcuna corsa all’acquisto o al “fuori tutto” dal momento che le promozioni e le offerte speciali sono ormai disponibili tutto l'anno, sia nei negozi fisici che online. Sempre secondo le associazioni di categoria del commercio e, in particolare del comparto abbigliamento il profondo cambiamento delle abitudini dei consumatori ha avuto un impatto profondo sulle dinamiche di mercato. Oltre al web c’è un altro “competitor” le continue promozioni offerte dalle catene di “franchising” per cui, qualche piccolo negoziante, finisce anche per perderci.

Si vedrà, dunque, alla fine di agosto quale sarà il conto finale e se corrisponderà ai calcoli dello scorso luglio stilati dall’Ufficio studi di Confesercenti, per cui il budget complessivo che i piemontesi avrebbero destinato allo shopping sarebbe stato di circa 180 milioni di euro con uno “scontrino medio” calcolato attorno a 140 euro. Una decina in più rispetto all’inverso, sebbene, solo uno su due avrebbe atteso gli sconti dopo aver rimandato gli acquisti in primavera.

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