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BARDONECCHIA

Un anno dopo il caos e i giorni del fango: "Ce l’abbiamo fatta"

Una città che ha saputo e voluto rialzarsi. "Quando ho visto venire giù tutto ho pensato subito alla Romagna. Ho pensato ‘ecco, adesso è il nostro turno. Ho chiuso gli occhi per qualche secondo"

Bardonecchia, un anno dopo quella notte dove un violento nubifragio ha messo in ginocchio la cittadina dell’alta Val di Susa. Era la sera del 13 agosto 2023: la festa del patrono, San Ippolito, era stata l’occasione per radunare a centinaia le persone per le piazze e le vie del centro. Il cielo non prometteva pioggia. Alle 21.20 un forte boato: le persone non ebbero nemmeno il tempo di rendersi conto di cosa stava accadendo e si ritrovarono tra fango e detriti. Un distacco parziale del monte Frejus ha causato l’esondazione del torrente omonimo e del Rio Merdovine. Le ore dopo sono state di puro terrore e disperazione. Fango ovunque, case impraticabili, dispersi - fortunatamente tutti ritrovati nelle ore seguenti - e per diverso tempo le strade interrotte hanno isolato la città. Poteva essere una strage. Noi a Bardonecchia ci dirigemmo la notte stessa: non era possibile entrare a causa dell’asfalto franato e tornammo indietro per ripartire il mattino dopo.

Gli sfollati erano 120. 130 le auto coperte di fango, il commissariato di polizia completamente compromesso. Un totale di 20milioni di euro di danni. Ma gli abitanti, e non solo, erano già lì, muniti di pale, con gli stivali di gomma. Da ricordare che poche settimane prima gli stessi abitanti avevano assistito, dietro gli schermi dei televisori e sulle cronache dei giornali, all’alluvione dell’Emilia Romagna. «Quando ho visto venire giù tutto ho pensato subito alla Romagna. Ho pensato ‘ecco, adesso è il nostro turno’. Ho chiuso gli occhi per qualche secondo» raccontava una signora intervistata il 14 agosto del 2023. Certo è che uno scenario come quello non si dimentica. Ma si supera. Un anno dopo Bardonecchia si è rialzata. La città è piena, turisti e habituè sono in giro per le strade del centro tra mercatini e ristoranti, a comprare nei negozi e scattare foto ricordo.

Le staccionate laterali del Merdovine finalmente si vedono per come sono: legno pregiato e fiori, non più coperte di fango. Famiglie, giovani, anziani: sono tutti qui, in coda per il pane a chiacchierare, nel negozio di souvenir a comprare pensierini da portare al termine delle vacanze. I ristoranti per Ferragosto sono pieni e gli alberghi prenotati. Poi c’è il mercatino: tradizione del 14 agosto, organizzato dalla Pro-Loco di Bardonecchia, con le sue oltre cento bancarelle di artigiani e piccoli commercianti, produttori locali e creativi che con i loro gazebi bianchi incorniciano le strade di Borgovecchio, la zona storica a pochi passi dalla stazione. Il vicesindaco Montaboni racconta di come abbiano ancora nel cuore e negli occhi le immagini dell’esondazione «ma siamo tornati a regime, la situazione si è stabilizzata». Bardonecchia si è rialzata da sola: porta ancora i segni, cicatrici indelebili. Ma oggi, splende.

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