l'editoriale
Cerca
Politica a Ferragosto
15 Agosto 2024 - 11:15
Salvini e Vannacci
“Su pei monti”, nei paesi al confine tra Piemonte e Valle d’Aosta, il generale Vannacci non è considerato un granché. «Anzi, sono più i voti che abbiamo perso, di quelli che ci ha portato lui», spiega un vecchio militante (Osvaldo) della “Lega Nord” prima, e della “Lega Salvini premier” dopo. Osvaldo si è sempre rimboccato le manica e non si è mai risparmiato, senza chiedere nulla in cambio. Aveva cominciato negli Anni 90 «La Lega Nord - ricorda - aveva candidato al parlamento Bruno Matteja, un militante come noi che ai comizi si presentava con la bandiera di Alberto da Giussano sulle spalle. Non aveva alcuna possibilità, ma grazie al sistema elettorale di allora (il Mattarellum, piccoli collegio uninominali), lo abbiamo fatto eleggere deputato».
UMBERTO BOSSI AL PIAN DELLA REGINA
«Allora, non avevamo un “capitano”, ma un vero leader che si chiamava Umberto Bossi e i dirigenti erano persone come Roberto Maroni, Gipo Farassino, Giancarlo Pagliarini, Vito Gnutti, Marco Formentini e Irene Pivetti prima che diventasse un po’ matta. E poi c’era il professor Gianfranco Miglio, l’ideologo della Lega Nord». Altri tempi, ma pur cambiando pelle, il Dna della Lega è sempre rimasto lo stesso, per questo Osvaldo non si è mai arreso e il portatore d’acqua al partito lo ha sempre fatto volentieri. «Alle elezioni politiche in Valchiusella si vota Alessandro Giglio Vigna, e lo abbiamo fatto eleggere due volte. Alle Regionali abbiamo votato Ricca e Cerutti, ma anche Cane e Zambaia che purtroppo non ce l’hanno fatta. Ma alle Europee di fare propaganda per quel generale, proprio non me la sono sentita». Vannacci a Osvaldo e ai militanti della Valchiusella, non piace e «non mi piacciono le parole che ha pronunciato “finiamo il lavoro”, “stiamo pronti”». E neppure piace quel chiamarsi «camerata che con la Lega non c’entra nulla e, secondo me, neppure con il Fascismo o la destra italiana. Abbiamo visto con quale freddezza Giorgia Meloni e Ignazio La Russa hanno trattato Vannacci». Però il generale è stato eletto nelle liste della Lega (sia pur come indipendente) «e ora sembra voglia fondare un suo partito, portandosi dietro chi nella Lega è smarrito. Più che altro Vannacci assomiglia, almeno secondo me, al prototipo di dittatore sudamericano, o a quei colonnelli greci ai tempi di Re Costantino». Il timore che il neo parlamentare europeo saccheggi la Lega per costruire una cosa “tutta sua” è un’idea che serpeggia non solo tra i militanti della lontana Valchiusella che, a dirla tutta, non gradiscono neppure «Marine Le Pen, nulla di più distante dalla tradizione leghista».
MASSIMILIANO FEDRIGA
A Torino e in tutti quei centri piemontesi dove il partito di Bossi ha un suo presidio, si guarda con più interesse ad una leadeship diversa, «si pensa al Presidente della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga» e, per il Piemonte a qualcuno che incarni la tradizione leghista. E qualcuno c’è, che in verità si è sempre sfilato da ogni dissenso rispetto alla linea di partito, ed è la parlamentare torinese «Elena Maccanti. leghista della prima ora e sempre fedele e devota al partito fondato da Bossi e oggi di Salvini. Il trasformismo salviniano, però, «è tale - spiega un dirigente torinese del partito che preferisce rimanere anonimo - che lui stesso vuole diventare l’alternativa a questa fase che si va esaurendo». Insomma, al capitano il generale calza bene finché porta voti, ma se si azzardasse a tentare il golpe, allora farebbe la fine di quei generali e colonnelli sudamericani spazzati via da rivoluzioni più o meno democratiche. «Il generale - continua il dirigente della Lega - mi ricorda molto il colonnello Antonio Tejero Molina che il 23 febbraio 1981, armato di una pistoletta, tenne in scacco l’intero parlamento spagnolo». Il militare poi fu costretto alla resa per il mancato sostegno (secondo la giornalista spagnola Pilar Urbano, promesso in un primo tempo) del Re Juan Carlos. Ecco, forse oggi Salvini comincia a non sentirsi più capitano, neppure generale, ma direttamente Re, almeno della Padania.
ELENA MACCANTI
I più letti
CronacaQui.it | Direttore responsabile: Andrea Monticone
Vicedirettore: Marco Bardesono Capo servizio cronaca: Claudio Neve
Editore: Editoriale Argo s.r.l. Via Principe Tommaso 30 – 10125 Torino | C.F.08313560016 | P.IVA.08313560016. Redazione Torino: via Principe Tommaso, 30 – 10125 Torino |Tel. 011.6669, Email redazione@cronacaqui.it. Fax. 0116669232 ISSN 2611-2272 Amministratore unico e responsabile trattamento dati e sicurezza: Beppe Fossati
Registrazione tribunale n° 1877 del 14.03.1950 Tribunale di Milano
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo..