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Il caso
04 Settembre 2024 - 06:30
Sullo sfondo, foto di repertorio. Nel riquadro, Enrica Massone (foto tratta da Facebook)
Le sono bastati un paio di colloqui via Zoom e delle autodichiarazioni. Così Enrica Massone, torinese di 57 anni, ha potuto lavorare al pronto soccorso dell’ospedale di Bordighera, in provincia di Imperia. D’altronde aveva convinto tutti di essere laureata in Medicina, di aver lavorato in carcere a Torino, di essere stata alla guida di una Rsa a Recco (Genova). Peccato che abbia solo la licenza media e in carcere ci sia andata solo come detenuta, visto che alle spalle ha una lunga lista di guai giudiziari per truffa.
Il 21 ottobre, assistita dall’avvocato Massimo Davi, Massone sarà a processo a Imperia per l’udienza predibattimentale del processo che la vede imputata per esercizio abusivo della professione medica, truffa, tentata truffa e falso ideologico in atto pubblico. Nel decreto di citazione a giudizio viene ricostruito come la 57enne sia riuscita nell’impresa di spacciarsi per medico e mettere le mani sui pazienti che, un anno fa, si presentavano all’ospedale Saint Charles di Bordighera.
Il 20 marzo 2023 si è iscritta sulla piattaforma web Indeed proponendosi come come specialista in Medicina interna. Da lì è riuscita a ottenere una serie di colloqui in videoconferenza con l’amministratore della società Curamedica srl: «Sono esperta in geriatria perché sono stata direttore sanitario in una Rsa di Recco e ora lavoro in carcere a Torino» assicurava la 57enne. Che, in seguito, ha inviato via e-mail le dichiarazioni sostitutive in cui attestava: laurea in Medicina all’Università di Milano Bicocca nel 1991, specializzazione in Medicina Interna nel 1997 e iscrizione all’Ordine dei Medici di Milano con il numero 22305. Così ha firmato il contratto di collaborazione con la società campana e con la Igea Salute srl di Roma.
In pratica, nessuno l’ha mai vista di persona fino a quando, dal 13 al 16 luglio, ha messo le mani sui pazienti all’ospedale di Bordighera come “gettonista”. E ci è anche tornata dal 7 al 13 agosto, dal 20 al 22 settembre e dal 27 al 28 settembre, presentando delle «pseudofatture» per un totale di 13.300 euro (incassati solo per metà).
Per tutto questo la falsa dottoressa rischia una nuova condanna dopo quella a 4 anni per truffa e peculato ai danni di una coppia di anziani. Ennesimo guaio giudiziario per la signora, già accusata di un serie di raggiri ai danni di immigrati cui prometteva aiuto nell’ottenere i documenti. Senza contare una presunta accusa, raccontata da lei stessa in un’intervista al nostro giornale ma mai confermata, di aver “comprato” una bambina a 90mila euro. «Ma io volevo sempre e solo fare del bene alle persone» si è sempre giustificata Massone di fronte ai giudici.
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