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Un perdono sorprendente

Sangiuliano nella bufera, ma Sgarbi lo difende

Ma sulla Mostra futurista alla GNAM lo critica

Ministro ed ex Sottosegretario

Vittorio Sgarbi e Gennaro Sangiuliano

Sulla vicenda Sangiuliano-Boccia, chiamato in causa, Vittorio Sgarbi si mostra un gran signore. Benché costretto alle dimissioni da sottosegretario proprio a causa di Sangiuliano, Sgarbi difende il ministro.
Ha visto il Ministro a spiegarsi in tv sul TG1?
«Sì, ma non c’era niente da spiegare o giustificare. Lui non ha commesso nessun reato, la vicenda ha una portata esclusivamente personale tra due adulti, o tre se vogliamo considerare la moglie di Sangiuliano. Era meglio non farla, perché ha amplificato un episodio insignificante e così invece è diventato politicamente rilevante perché i fatti privati sono diventati una questione di pubblico interesse. Tutte cose che non avrebbero interessato nessuno. Ma trasmesse sul TG1 interessano tutti»
Lei ha conosciuto Maria Rosaria Boccia quand’ era Sottosegretario? È davvero bella?
«No, non l’ ho conosciuta, ma dalle immagini che vedo... Io ho conosciuto la moglie»
Ma dalle immagini, diceva?
«Ho conosciuto la moglie. Bella, bionda, molto più alta di lui. Forte. Lui ha un’attrazione per queste donne giunoniche, così “appariscenti”»
Beh, mica scemo
«Pero lui è il primo che si trova davanti ad una situazione così clamorosa, per un fatto così modesto come avere un’ amante»

Maria Rosaria Boccia e il ministro

Certo, ma il punto sul quale si sono accese le polemiche, a parte le spese pubbliche che lui ha dimostrato non esserci state, riguarda il fatto che si dice che lei si muovesse al Ministero come una padrona.
«No, questo sicuramente non era. Si è vista ad una conferenza stampa a Montecitorio, poi ha partecipato a una o due riunioni in cui si parlava della cosa di Pompei e lei è di Pompei. Dunque aveva titolo per partecipare sul piano organizzativo e perfino della sponsorizzazione. Per cui anche qui, se uno guarda, la rilevanza del fatto non c’è»
Qualcuno potrebbe aver organizzato il balletto, la trappola?
«Lo escludo»
Lo esclude? E quindi è una vendetta fra amanti, una vendetta d’amore da parte di lei? La vendetta dell’amante lasciata?
«Boh, non so se lasciata. Lui, per serenità familiare, ha deciso di fare questo errore».
L’errore dell’intervista al TG1?
«No, quello l’abbiamo già detto prima. L’errore è stato quello di ascoltare la moglie che gli ha detto di non nominarla Consulente del Ministero come la Boccia si aspettava»
Qualcuno dice addirittura che la dottoressa Boccia sia oggi eterodiretta: Qualcuno arriva a dire che è lei, onorevole Sgarbi, a voler applicare al Ministro la legge del taglione, un insidioso contrappasso.
«No, no, nessuno la manovra. Lei si è rivelata più intelligente di quello che si poteva pensare, il che significa che ha i titoli per essere nominata Consigliere. È sicuramente abile, intelligente, con capacità comunicative, uso dei social, tutte cose che sarebbero state utili. Quindi ha dimostrato che i titoli li aveva»
Lei che è un noto e apprezzato gaudente riesce a perdonare il Ministro per la sua condotta lussuriosa?
«No, io non devo perdonarlo di chissà che cosa. Non c’è nessuno che ha fatto niente, nè lei nè lui, come reati o conflitti di interesse, Mi dispiace che davanti a un fatto privato e insignificante, lui sia riuscito a crearsi una situazione di grave difficoltà»

Federica Corsini con il marito Gennaro Sangiuliano

Quindi, sostanzialmente, gli esprime la sua solidarietà
«Non ce n’è bisogno. Chiunque guardi il fatto si rende conto che non c’è nulla di grave. Ma la stessa intervista al TG1 provoca un’amplificazione. È stato un modo di creare problemi a se stesso. che lui si è fatto da solo, perché bastava che non dicesse nulla di nulla e la cosa finiva lì»
Alcuni giornali sostengono che l’intervista l’abbia concessa perché glielo avrebbe imposto Giorgia Meloni
«Anche questo è un errore. Andare in televisione a parlare di fatti privati è autolesionistico»
Dal punto di vista tecnico-artistico-professionale cosa pensa del Ministro, ad esempio riguardo alla preannunciata grande Mostra sul Futurismo che stanno organizzando. Come valuterebbe le capacità dei protagonisti, a partire da Massimo Osanna, Direttore generale del Musei fino a Renata Mazzantini, direttrice della Galleria Nazionale d’arte moderna e a Gabriele Simongini, curatore dell’evento?
«La Mazzantini doveva essere teoricamente la coordinatrice. Lui ha scelto ormai da tempo Simongini, poi D’Ambruoso, quindi la scelta dei curatori fatta da un Ministro è di fatto, in sostanza, una cosa non pertinente. Doveva essere la Mazzantini a chiamare il curatore e quindi, nella sua inesperienza, Sangiuliano si è messo con dei curatori e con delle persone che stanno nel Comitato scientifico che hanno o conflitti o vicende non chiarite per cui anche in quel caso quello che si legge è determinato da una sua eccessiva esposizione. Avrebbe dovuto dire si fa la mostra, punto, e non sarò io a occuparmene. Comunque venga la mostra, diventerà la mostra di Sangiuliano, con i curatori scelti da lui e con il peccato originale»

La premier Giorgia Meloni e il ministro Sangiuliano


Qualche settimana fa la dottoressa Mazzantini ha rinunciato a tutte le opere prestate dai privati adducendo problemi di budget, poi il dottor Simongini, contraddicendo questa versione, ha dichiarato che la scelta nasce dalla volontà di cambiare l’orizzonte da mostra enciclopedica a multidisciplinare. Ma mancano solo 60 giorni alla data inizialmente prevista per l’inaugurazione, e si dice che la modifica dell’orizzonte in così poco tempo appare impresa ciclopica se non irrealizzabile. Lei sarebbe disposto a dare una mano se il Ministro ripensasse al comitato scientifico, coinvolgendo un maggior numero di persone esperte per sorreggere, anche rinviandola, questa mostra che nelle intenzioni dovrebbe essere il definitivo momento di affermazione del futurismo?
«Sì, sarebbe meglio coinvolgere un maggior numero di esperti e rinviare la mostra, per fare una mostra di Stato è importante trovare i finanziamenti»
Bene, dia un giudizio finale sul ministro. Lo promuove, lo boccia, o lo rimanda a settembre?
«Siamo già a settembre».

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