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IL COLLEZIONISTA FOLLE
07 Settembre 2024 - 05:00
La statua di Modigliani
PROLOGO ALLA RUBRICA
Il nostro giornale, mantenendo fede alla sua caratteristica di essere al servizio solo dei propri lettori e di riportare tutte le opinioni senza sposarne alcuna, da oggi si avvarrà della collaborazione di un eccentrico personaggio del mondo dell’arte che ha passato buona parte della sua vita alla ricerca di opere d’arte smarrite o sconosciute dei più grandi artisti, principalmente dell’arte moderna. E’ un INDIANA JONES alla continua ricerca dell’opera d’arte perduta, come l’occultista tedesco Otto Rahn, uno dei personaggi che ispirarono Steven Spielberg per i film col celebre archeologo, il quale fece ricerche per ritrovare il Sacro Graal. Il nostro nuovo “collega” potrà firmare i suoi pezzi, se lo vorrà, con uno pseudonimo per evidenti motivi di opportunità, avendo lui, dopo una vita di ricerche e ritrovamenti, messo insieme una collezione di opere, almeno per i nomi degli artisti a cui le ha attribuite, da far invidia a quelle della Guggenheim o della Thyssen-Bornemisza. Noi da par nostro metteremo i suoi pezzi nella nuova rubrica “Il Collezionista Folle”, giusto per la sua febbre visionaria, e così lo appelleremo. Egli ha svolto ricerche biografiche, filologiche ed empiriche sulle opere dei maggiori artisti a cui si è dedicato e dalle quali ha tratto grandi soddisfazioni. Non economiche però! Perché il nostro non ha mai venduto per scelta esistenziale una sola opera, consumando così il suo patrimonio per le ricerche. Alcuni maligni hanno insinuato che la sua collezione potesse contenere dei falsi, noi ne prendiamo atto ma la posizione del giornale è, come di consueto, avalutativa. Questo dei falsi e della falsificazione è il tema centrale fra le tesi dei detrattori, ma il Collezionista Folle con serenità olimpica cita Karl Popper: “Sì può raggiungere la verità ma non la certezza”. E ancora, applicando il popperiano principio della falsificabilità delle teorie scientifiche all’arte, afferma che le sue opere sono passibili di attacchi solo con prove empiriche che potrebbero confutarle, ma le sue ricerche e i suoi risultati sperimentali non supporterebbero tali prove…….Buona lettura.
RAGLIO AL RISVEGLIO
… il richiamo straziante e prolungato dell’asinello grigio come il coniglietto di Fanfan, vorrebbe dirti che qualcosa sta succedendo nel mondo dell’arte, quella che si vorrebbe mettere da parte nonostante salti fuori dal cappello magico di un collezionista indagato e indagatore. Lo conoscete da lungo tempo : é un uomo gentile dall’età indefinibile, ragazzo di ieri, galantuomo oggi, sognatore e suonatore ad un tempo di storie felici e sempre nuove sul ritorno dal passato di artisti celebri che pare escano dalle pagine d’un libro mai chiuso. Da oggi il nuovo segnalibro si chiama “I.U.I & I.A.” che suona come il raglio : la “Intelligenza Umana Intuitiva” associata alla “Intelligenza Artificiale”, poiché l’una non può fare a meno dell’altra. Però occorre averle entrambe per scoprire i segreti e gli enigmi, di diversi tipi e difficoltà, che ciascun dipinto o statua nasconde. Un gioco la cui soluzione é attesa da oltre cent’anni, prima col ritrovamento di decine di opere d’arte, poi con l’averle fatte esaminare da diversi professionisti e laboratori di restauro ed analisi multispettrali ed infine dagli algoritmi artificiali, i più sinceri non bugiardi per loro stessa impostazione. Algoritmi etici senza peli sulla lingua e neppure tra i denti. Valga lo scherzo ideato da Amedeo Modigliani con il suo amico Chaim Soutine : Amedeo avrebbe scolpito una statua in Pietrasanta col viso di Chaim riflesso da un bottiglione di vino, quindi dai lineamenti deformati ed ingranditi come nella casa degli specchi, ricordate? Chaim si sarebbe divertito ad iscrivere sulla sua fronte il numero 2 (verde) con una freccia (rossa) che indicasse il suo occhio, mentre Amedeo avrebbe iscritto il n.2 nell’’occhio della statua dedicata a Soutine, utilizzando la vernice simpatica, quella che si rende visibile solo al calore, ad esempio se l’occhio fosse colpito dai raggi del sole, altrimenti all’ombra il numero sarebbe restato invisibile.
LE FALSE TESTE DI MODIGLIANI
Pertanto per identificare la statua si sarebbero dovute superare grosse difficoltà : ricordarsi del dipinto di Chaim Soutine, riconoscerne la deformazione, notare la scritta del numero sulla fronte e seguire l’indizio di cercare e forse trovare la statua del suo amico Amedeo Modigliani, la sua XVII cariatide scomparsa! Dicono che la statua fosse custodita da un ricco finanziere ebreo che, ad un segnale, avrebbe dovuto stare al gioco e consegnarla da chi fosse incaricato al ritiro. Fatto sta ch’io la ritrovai in un mercatino con un colpo di fortuna, ma non bastò per essere certo della sua autenticità. La statua non parlava e continuava a nascondere il suo segreto finchè non mi si accese una intuizione come il flash d’una lampadina. La statua avrebbe parlato dalla sua brutta bocca di pietra? Nella bocca scolpita larga come quella dei golosi di marmellata, la serie di denti non prometteva niente di buono, tuttavia mi venne in soccorso non un amico dentista ma il programma di intelligenza artificiale: nel tempo di un battito di denti, apparve sul video la automatica algoritmica soluzione, la scritta sottile segnata dal filo interdentale “AMEDEO AS” da leggersi come Amedeo Modigliani a Soutine! Se Cristian Parisot, l‘esperto custode degli archivi delle opere di Amedeo Modigliani, volesse riconoscere questa carambolesca scoperta, darebbe risonanza mondiale al genio che animó la creativitá dei due amici Modigliani e Soutine!
LE TESTE TROVATE IN UN CANALE DI LIVORNO NEL 1984
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