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La sentenza
12 Settembre 2024 - 05:00
Foto di repertorio
Prima ha denunciato per violenza sessuale la ragazza che stava frequentando: «Ha abusato di me in un palco del teatro Regio». Poi si è presentata fuori dalla scuola dove insegna, accusandola di averle trasmesso l’Hiv. Ma non era vero: per questo ieri Maria è stata condannata a 2 anni di reclusione con le accuse di accesso abusivo a sistema informatico, sostituzione di persona, calunnia e stalking ai danni di Giulia (i nomi sono di fantasia e la pena è sospesa con la condizionale).
Il pubblico ministero Laura Ruffino aveva ricostruito in aula i rapporti fra le due donne e aveva concluso la sua requisitoria chiedendo una condanna a 2 anni e 8 mesi: «Se non accetti di avere altri rapporti con me, farò qualcosa che comprometterà la tua situazione lavorativa da insegnante» aveva “minacciato” Giulia. Che si era dovuta difendere dalle accuse di abusi sessuali e di avere l’Hiv: «Si era presentata davanti alla scuola dove insegnavo - si era sfogata in aula la parte offesa - Ho dovuto fare i test e consegnarli per dimostrare che non era vero».
La difesa di Maria è che lei era risultata positiva a un primo test e per questo aveva reagito in quel modo scomposto: «Ma si era anche messa a ordinare del cibo a mio nome e a seguirmi - aveva proseguito la Giulia - Ora giro con lo spray al peperoncino e non esco più di casa serena».
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