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SALUTE E TECNOLOGIA
14 Settembre 2024 - 13:00
«Se mi avessero detto che alla mia veneranda età mi avrebbe operato un “robot” non ci avrei creduto, sembra fantascienza. Anche se, da lettrice onnivora, preferisco i gialli...». Carla Stroppiana, 76 anni, non resiste alla battuta sagace, nonostante sia reduce da un’intervento che, anche solo psicologicamente, avrebbe sfiancato chiunque. «Ho un carattere forte, credo che anche questo abbia aiutato oltre agli straordinari medici che ho incontrato. E il “dottor” Da Vinci, naturalmente». L’ultimo, forse il coprotagonista di questa storia, altro non è che l’ultimo ritrovato della tecnologia che alle Molinette di Torino ha segnato un altro traguardo della medicina e della chirurgia oncologica in Europa. Per la prima volta, infatti, una macchina ha eseguito un'operazione, di per sé, straordinaria presso l’Ospedale Molinette della Città della Salute di Torino: un rene affetto da un tumore di 8 centimetri asportato senza anestesia. Realizzandolo con il supporto del sistema robotico di ultima generazione Da Vinci Single Port, appunto.
La paziente, affetta da una grave insufficienza respiratoria che la costringeva a vivere con l’ausilio di una bombola di ossigeno e da una severa obesità, era stata dichiarata inoperabile dagli anestesisti. L’anestesia generale, infatti, rappresentava un rischio troppo elevato per la sua salute. L’unica opzione rimasta era un’anestesia locoregionale, che avrebbe mantenuto la paziente cosciente, in grado di anestetizzare solo la zona da operare.
«La scelta del sistema robotico da Vinci Single Port si è rivelata la strategia vincente, poiché la finezza dei suoi 4 strumenti, che vengono azionati dall’operatore come i tentacoli di un polipo, ha consentito di minimizzare il trauma chirurgico, riducendo così gli stimoli dolorosi traumatici alla paziente, e garantendo al contempo grande precisione nei movimenti e rapidità d’azione» ha spiegato il professor Paolo Gontero, direttore della Clinica Urologica dell’ospedale Molinette, che ha eseguito l’intervento insieme al dottor Daniele D’Agate. L’intervento si è svolto utilizzando una sola porta di accesso di 2,5 centimetri, attraverso cui sono stati introdotti gli strumenti miniaturizzati necessari per l’operazione. Questa tecnica, resa possibile dalla recente acquisizione del sistema robotico da Vinci Single Port, è stata decisiva per limitare l’invasività e garantire il successo dell’intervento, nonostante la complessità del caso dovuta alle dimensioni del tumore e alle condizioni fisiche della paziente.
«La nuova tecnologia mini invasiva ha permesso di asportare una massa tumorale importante attraverso una piccola incisione, minimizzando così il trauma chirurgico» aggiunge Gontero. L’intervento è stato reso possibile grazie alla collaborazione tra l’équipe urologica e quella anestesiologica, composta dal dottor Giulio Rosboch e dal dottor Edoardo Ceraolo, sotto la direzione del professor Luca Brazzi. Un ruolo cruciale è stato svolto anche dall’équipe infermieristica, coordinata dalla dottoressa Filippa Converso. La paziente, dimessa in buone condizioni dopo soli tre giorni di ricovero, ha potuto beneficiare di una cura altamente innovativa e poco invasiva, aprendo nuove prospettive per interventi complessi su pazienti in condizioni di salute particolarmente critiche. «Una nuova frontiera della chirurgia che concilia l’aspetto tecnologico e le professionalità mediche per un nuovo traguardo raggiunto» ha commentato il dottor Giovanni La Valle, direttore generale della Città della Salute di Torino. «L’ennesima conferma delle eccellenze della nostra Città della Salute».
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