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L'ANALISI
16 Settembre 2024 - 12:00
Il passaggio generazionale rappresenta un tema critico per le imprese artigiane piemontesi. Secondo un recente studio condotto dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte, tra il 2016 e il 2022, le imprese che hanno completato il ricambio generazionale sono cresciute del 111%, posizionando la regione al quinto posto in Italia per questo tipo di transizione. Tuttavia, un dato preoccupante emerge dallo stesso rapporto: l’80,8% delle aziende non prevede un passaggio di testimone nei prossimi cinque anni, mettendo a rischio la loro stessa esistenza.
Un problema di eredi e attrattività
Il principale ostacolo al passaggio generazionale è la mancanza di successori, problema segnalato dal 60% delle imprese. Come spiega Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte: «Oggi le imprese sono interessate da un ricambio generazionale di competenze manageriali e organizzative, ma manca il ricambio umano perché l’artigianato non viene percepito come attrattivo dalle giovani generazioni».
Molti giovani, pur essendo eredi di queste imprese, scelgono altre strade, scoraggiati da adempimenti burocratici e costi elevati. In Italia, il fenomeno riguarda 227mila microimprese, su un totale di 777mila aziende a conduzione familiare. Il rischio di chiusura è reale per 8 aziende su 10. Una cifra preoccupante se si considera che l’artigianato è un settore chiave dell’economia piemontese.
Difficoltà strutturali e prospettive future
Le difficoltà nel trasferire competenze e contatti con clienti e fornitori, unitamente a problematiche economiche e finanziarie, rendono il passaggio generazionale una sfida complessa. «Non è solo un passaggio di quote societarie, ma una trasmissione di passioni, valori e competenze manageriali» continua Felici.
Le soluzioni? Il Presidente di Confartigianato Piemonte sottolinea l’importanza di programmare la transizione con largo anticipo, possibilmente dieci anni prima.
Una crisi che coinvolge tutto il Piemonte
L’analisi provinciale offre ulteriori dettagli. Torino ha visto un incremento del 102% nel passaggio generazionale, mentre Cuneo ha raggiunto il 130%. In altre province come Alessandria (122%) e Vercelli (147%), il fenomeno è in crescita, ma i numeri restano critici. Il 95% delle imprese di Novara, ad esempio, non prevede alcun ricambio nei prossimi cinque anni.
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