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I dati
17 Settembre 2024 - 07:20
A Torino, nel 2023, ci sono stati 5 reati ogni cento abitanti. Numeri impressionanti, che fanno del capoluogo piemontese la quinta città meno sicura d’Italia. Ma, per quanto riguarda furti, danneggiamenti e rapine nei negozi, Torino è addirittura al primo posto.
Lo dicono i dati inseriti nell’Indice della Criminalità 2024 del Sole 24 Ore, la graduatoria delle province meno sicure, pubblicata ieri dal quotidiano economico.
A livello nazionale le denunce sono in aumento per la prima volta dal 2013, con una crescita del 3,8% rispetto al 2022 e un particolare incremento dei reati violenti: omicidi, percosse, lesioni e rapine. La maglia nera va a Milano, che si conferma la città con il maggior numero di reati denunciati nel 2023, con oltre 7mila segnalazioni ogni 100mila abitanti nel 2023. Seguono Roma, Firenze e Rimini, che “scontano” il loro ruolo di città turistiche. Poi c’è Torino, che primeggia per i reati da strada: primo posto per quanto riguarda i danneggiamenti (1.217 denunce ogni 100mila abitanti), le truffe (780) e le rapine nei negozi (quasi 15). E ancora: terza per i furti con strappo, quinta per le rapine, settima per le spaccate, sesta per i furti con destrezza e sulle auto.
Il senatore Roberto Rosso e Marco Fontana, rispettivamente segretari provinciale e cittadino di Torino, colgono i numeri al balzo e attaccano: «Questo triste risultato è figlio di decenni di governo delle sinistre che hanno puntualmente derubricato in percezione quella denuncia di insicurezza che lamentavano i cittadini e denunciavano Forza Italia e il centrodestra». Proseguono i due esponenti di Fi: «Per uscire dalla spirale in cui l’ha fatta precipitare la cappa del Sistema Torino costruito dal Pd, questa città ha bisogno di risposte vere e di una lotta alla povertà. Manca un progetto integrato di sicurezza: finalmente l’amministrazione ammette alcuni problemi in periferia ma li circoscrive attorno a Barriera di Milano. Ma ormai è un problema che abbraccia tutta la città». Rosso e Fontana ricordano anche le dichiarazioni di Marco Lavatelli, che ha chiuso il suo negozio in via Cibrario perché era diventata «una delle peggiori vie di Caracas»: «Il marito di Chiara Appendino, come il bell’addormentato, archiviati i cinque anni di governo di sua moglie, si ridesta improvvisamente dal torpore. È una realtà però che i commercianti sono lasciati soli e con loro le fasce più deboli della popolazione: donne e anziani vittime di rapine sempre più violente».
Interviene Roberto Ravello, vice capogruppo di Fratelli d'Italia in Regione: «Torino è scesa di una posizione rispetto alla rilevazione precedente ma registra un incremento superiore al 10% dei delitti denunciati, oltre la soglia dei 125mila su base annua. Si tratta di dati che confermano un trend in preoccupante e rapida ascesa: quelle dei cittadini non sono semplici suggestioni o percezioni, a Torino la questione sicurezza c'è e va affrontata con maggior forza ed efficacia». Prosegue Ravello: «Lasciano il tempo che trovano i tentativi di sminuire da parte del sindaco e della maggioranza in Sala Rossa. Servono risposte: la prima potrebbe essere proprio il rispetto della legge regionale 57 del 16 dicembre 1991 sulla determinazione del contingente numerico di polizia municipale da parte del Comune. Mancano almeno 165 agenti ed è semplicemente incredibile che non ci si muova in tal senso».
Replica l'assessore a Sicurezza e Polizia locale, Marco Porcedda: «L’attenzione dell’amministrazione comunale rispetto al tema della sicurezza, nell’ambito delle sue competenze, resta massima. Come sempre, i numeri andranno certamente analizzati e posti in relazione non soltanto con gli anni precedenti, che hanno visto un fisiologico aumento del numero di fenomeni criminali post pandemia, ma anche con un periodo di tempo più lungo». L’aumento dei reati denunciati, secondo Porcedda, può anche essere considerato un segnale positivo: «Testimonia una sempre maggiore fiducia delle cittadine e dei cittadini verso le istituzioni pubbliche e le forze di polizia, nella consapevolezza che denunciare questi episodi e sollecitare le istituzioni rispetto ai problemi sia il primo passo per affrontarli insieme e trovare soluzioni strutturali per provare a risolverli, come vediamo sempre più spesso interloquendo con le circoscrizioni, i comitati di quartiere, i rappresentanti delle categorie».
Infine l'assessore annuncia che, entro la fine dell’anno, entreranno in servizio 80 nuovi agenti di polizia locale che saranno destinati a servizi esterni «proprio con l’obiettivo di aumentare il presidio sul territorio, prevenire possibili reati e dare ai cittadini maggiori possibilità di segnalare problemi e criticità».
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