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La sentenza
23 Settembre 2024 - 15:16
Si è conclusa con una condanna e un'assoluzione il processo a carico di Roberto Guenno, il corista del Teatro Regio dalla carriera-lampo, accusato di traffico d’influenze e turbativa d’asta per uno scambio di favori con l’ex sovrintendente William Graziosi. Il tenore è stato assolto per il primo reato perché "il fatto non sussiste" mentre, per il secondo, è stato condannato a otto mesi di carcere e 400 euro di multa (con sospensione condizionala della pena). Dovrà versare un risarcimento di 7mila euro al Regio e pagare le spese processuali.
Foto claudiodivizia
Il pubblico ministero Elisa Buffa aveva chiesto una condanna a un anno e 600 euro di multa mentre la Fondazione Teatro Regio, costituita parte civile, aveva presentato una richiesta di 30mila euro di danni “non patrimoniali”. Per la procura Guenno, sindacalista e candidato (non eletto) per il Movimento 5 Stelle in Regione e Torino, aveva caldeggiato la nomina di Graziosi ai politici del suo partito: tra loro anche l’allora sindaca Chiara Appendino, cui spettava la scelta in veste di presidente del Consiglio di Indirizzo (che era anche stata sentita come persona informata dei fatti e poi come testimone). In cambio, secondo l'accusa, aveva ottenuto promozioni e avanzamenti di carriera per sé.
Guenno, al Regio sin dal Duemila, ha lavorato per anni come corista prima di ottenere un contratto tecnico-amministrativo e diventare assistente del sovrintendente nel 2019. Incarichi per cui, secondo le indagini, non aveva titoli né competenze. Nella sua nuova veste di tecnico, a quanto risulta, avrebbe collaborato alla stesura di un bando da 190mila euro per un appalto a una società di marketing, che secondo gli investigatori fu viziato da un accordo sottobanco per scalzare la concorrenza e favorire la ditta di un imprenditore milanese. Le procedure vennero bloccate prima dell'aggiudicazione definitiva ma è per questo accordo che oggi è arrivata la condanna del tenore, che invece è stato assolto per il presunto scambio di favori con Graziosi.
Presente in aula insieme al suo avvocato Michele Godina, l'imputato ha scelto di non rilasciare dichiarazioni dopo la lettura della sentenza.
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