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L'inchiesta

Eredità Agnelli, perché Elkann ha corretto il libro di Marella. Ed è giallo sui cani dell’Avvocato

Secondo la Procura, Elkann è arrivato a controllare anche l'autobiografia e la proprietà degli husky

Eredità Agnelli, perché Elkann ha corretto il libro di Marella. Ed è giallo sui cani dell’Avvocato

Si intitola “Ho coltivato il mio giardino” ed è firmato da Marella Caracciolo insieme all’omonima nipote. Ma la mente dietro l’autobiografia sarebbe quella di John Elkann: la Procura è convinta, come si legge nel decreto di sequestro di 74.8 milioni, che il libro del 2014 fosse un’idea del presidente di Stellantis. Il quale «aveva controllato e supervisionato il progetto con la collaborazione di Ferrero, di due avvocati nonché, come di consueto, da Paola Montaldo, arrivando addirittura a modificare il testo originale e inserire affermazioni false su spostamenti e soggiorni» della vedova dell’Avvocato. Il motivo? «L’attività di presidio della residenza svizzera della donna aveva comportato un controllo quasi totale su ogni aspetto della sua vita» e il libro era «funzionale al rafforzamento della residenza estera fittizia». E non doveva contenere nulla che la smentisse perché altrimenti avrebbe messo in pericolo la presunta «strategia» per truffare lo Stato ed evadere il Fisco.

In effetti le tante e-mail trovate dagli inquirenti dimostrerebbero questo lavoro di correzione su “Ho coltivato il mio giardino” (“Black Swan” nella sua versione inglese): ce n’è addirittura una con cui John Elkann impone alla cugina Marellina Caracciolo Chia di inserire il paragrafo dell’ultimo «progetto» della nonna, lo chalet Icy in Svizzera che la vedova Agnelli aveva «chiamato così in onore di uno degli husky tanto amati da me e dal mio Gianni».

A proposito di husky, negli atti spunta un giallo anche su chi sia diventato proprietario dei cani dopo la scomparsa dell'Avvocato. La Procura risale addirittura a quello che considera «il primo vademecum della frode» del 2003 e al fatto che i vari husky dell’Avvocato siano stati intestati a un residente italiano per «facilitazioni burocratiche». Secondo l’accusa, neanche gli animali dovevano essere intestati a Donna Marella per non «sovraccaricare la sua posizione» e nascondere ancora una volta che la vedova Agnelli vivesse più tempo in Italia che in Svizzera.

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