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Caccia ai ladri

Esplosivo, chimica e Bmw: così la "banda della marmotta" ha fatto saltare 20 bancomat in sei mesi

I carabinieri di Torino e Vercelli stanno incrociando indizi e immagini per risalire ai responsabili

Esplosivo, Bmw e matematica: così la "banda della marmotta" ha fatto saltare 20 bancomat in sei mesi

A sinistra, un bancomat esploso. A destra, Bmw X5 dal sito ufficiale Bmw

Sono organizzati, attenti ai tempi e alle vie di fuga, precisi nello scegliere le auto da usare e soprattutto nella quantità di esplosivo da infilare nei bancomat per andarsene con i sacchi pieni di banconote. Sono i ladri che formano la "banda della marmotta" che, tra primavera e autunno, ha già colpito una ventina di volte fra Torino e Vercelli. Anzi, forse sarebbe più giusto usare il plurale: perché ci sono delle differenze fra i diversi colpi e c'è l'ipotesi che dietro ci siano mani diverse.

Ma come riescono a far esplodere gli sportelli delle banche di mezza provincia? E, soprattutto, a farla franca (per ora)? Come detto, tanto fa la pianificazione: i testimoni riferiscono sempre di aver visto sul posto Audi, Bmw o Mercedes scure sul luogo dei furti. E ci sono le conferme di telecamere e indagini dei carabinieri di Torino e Vercelli: prima del colpo i banditi rubano Suv e bolidi di grossa cilindrata, che possono arrivare a valere 50-60mila euro. Quindi le camuffano e le usano per attaccare i bancomat.

A quel punto entrano in gioco le nozioni da "piccoli chimici": per colpire con la tecnica della "marmotta" bisogna sistemare un cilindro di metallo imbottito di esplosivo nella fessura del bancomat da cui escono i contanti. Ma bisogna azzeccare la giusta quantità: se è poca, lo sportello non esplode; se è troppa, salta in aria tutto e le banconote si danneggiano. O, come successo l'altra notte a Favria, l'esplosione danneggia anche il palazzo: un errore di calcolo che, secondo i carabinieri, potrebbe far pensare a una seconda banda.

Di certo, per fare questo "lavoro" serve precisione nella preparazione e nell'esecuzione. E poi nella fuga, sfrecciando nella notte con i bolidi rubati lungo strade e autostrade. Così i ladri sono addirittura riusciti a centrare tre colpi in una notte, lo scorso 1° giugno. Tre di tanti, come detto: tra Torinese e Vercellese sono una ventina, con una predilezione per il Canavese. L'elenco va da Rivarossa a Borgaretto e Santena. Ma sono saltati in aria bancomat anche a Pralormo, San Maurizio Canavese, San Giusto Canavese, Strambino, Aglié, Vische, Settimo, Roletto e Robassomero. Bottini da decine migliaia di euro in alcuni casi, mani vuote in altri. Perché è lì che forse si notano le differenze fra le due band: una più precisa, meticolosa, quasi militarizzata, l'altra rustica approssimativa. E non è escluso che l'ultimo colpo a Favria, leggermente diverso dagli altri, sia opera addirittura di un terzo gruppo. Ci stanno lavorando i carabinieri, che stanno incrociando immagini e indizi per dare un volto e un nome a questi banditi.

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