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LA STORIA
08 Ottobre 2024 - 07:00
A sinistra, orologio Baume Mercier simile a quello contestato; a destra, foto di repertorio (credit eckert-photo)
Nel film “La Grande Bellezza” il protagonista dice una frase ormai diventata un tormentone: «Non volevo essere semplicemente un mondano, volevo diventare il re dei mondani - recita Toni Servillo nei panni di Jep Gambardella - Io non volevo solo partecipare alla feste, io volevo avere il potere di farle fallire!». Ecco, a Torino c’era una signora che faceva qualcosa di simile. E riusciva nel suo intento spacciandosi per una nobildonna. Peccato che non lo fosse. E che, stando a quello di cui è accusata, abbia approfittato della sua (finta) posizione per intascarsi migliaia di euro, orologi di lusso e servizi di piatti in argento: ora questa 63enne, originaria di Palermo, è finita alla sbarra con l’accusa di appropriazione indebita aggravata. E ieri il processo è entrato nel vivo in tribunale, con i testimoni che hanno ricostruito quello che è successo circa 7 anni fa.
Stando a quanto emerso dalle indagini e dalla denuncia della vittima, la signora era una “imbucata” di professione a feste, vernissage ed eventi mondani della Torino Bene. Dove lei si presentava a tutti come principessa Caracciolo d’Altavilla: così, anche grazie a questo suo titolo altolocato, gli inviti fioccavano spesso.
Foto di repertorio (credit g-stockstudio)
In una di queste occasioni, a Venaria Reale, ha incontrato un giornalista con problemi economici e di salute, anche perché gli era appena mancata la madre e doveva lasciare la sua casa. E la finta principessa avrebbe approfittato di questo momento di difficoltà. O meglio, prima si sarebbe proposta di aiutarlo insieme a un complice (nel frattempo venuto a mancare): «Non ti preoccupare, prendi tutto quello che hai e vieni a stare da noi». E il giornalista, incredulo di fronte a tanta gentilezza, ha accettato. Era la fine del 2017 e tutto è andato bene fino a quando lui si è rimesso in piedi e ha deciso di andarsene dalla villa dove abitavano.
È in quel momento che la 63enne siciliana avrebbe commesso il reato contestato, guardandosi bene dal restituire i preziosi che l’amico le aveva affidato. Oltre a 1.000 euro per una festa e altri 5mila in investimenti, la presunta vittima contesta a Vullo di essersi intascata un orologio in oro massiccio di marca Baume Mercier, altri due orologi Longines (uno in acciaio e l’altro in oro rosso), un Breitling in oro e acciaio con cronografo, due servizi con piatti e vassoio in argento massiccio. Per questo si è rivolto all’avvocato Letizia Maria Ferraris e ha denunciato la “principessa” per appropriazione indebita. E in questi giorni si è finalmente arrivati al processo, con la finta nobildonna alla sbarra, difesa dall’avvocato Christian Maria Rossi: «La mia assistita contesta qualunque addebito, tanto che c’era già stata un’archiviazione durante le indagini. Ora conta di chiarire la vicenda alla prossima udienza».
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