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Scandalo dossier

Il bancario spiava Meloni e Crosetto (e non solo). Ecco cosa sappiamo

Indaga la Procura di Bari -Violati conti di 7mila persone

Il bancario spiava Meloni e Crosetto (e non solo). Ecco cosa sappiamo

Spiava i conti correnti di Giorgia Meloni, dell’ex marito Andrea Giambruno, della sorella della Premier Arianna, capo della segreteria politica di Fdi, del presidente del Senato Ignazio La Russa, dei ministri Daniela Santanchè, Guido Crosetto e Raffaele Fitto. Ma anche di amministratori regionali, militari di alto grado, magistrati e imprenditori.

Un elenco lunghissimo di personaggi chiave della politica e della finanza che sono stati messi nel mirino da un pressochè sconosciuto bancario del Gruppo Banca Intesa che operava nella filiale di Bitonto in provincia di Bari. Gli accessi abusivi ai conti correnti per spiare i flussi di denaro, i bonifici e le spese delle “vittime” sarebbero stati circa 7mila e coprirebbero un periodo temporale che va dal febbraio del 2022 all’aprile di quest’anno.

Una bomba vera e propria che se è vero che il bancario spione è stato licenziato in tronco, di fatto apre un altro scenario inquietante che ci riporta alla memoria l’inchiesta di Perugia su un altro dossieraggio che nell’arco di due anni ha riguardato migliaia di personalità legate a politica e finanza. Con alcuni doppioni che appaiono ancora più scottanti come nel caso del ministro Crosetto che fu il primo, forse, ad accorgersi di essere spiato. Un’ inchiesta che deve ancora svelarsi al procuratore Raffaele Cantone che ha già indagato l’ex collega Antonio Laudati dell’Antimafia e il finanziere Pasquale Striano.

Resta da chiedersi che cosa abbia spinto il bancario a spiare spese e guadagni di un numero così ampio di protagonisti dei settori più significativi del Paese. E soprattutto da chi sia stato indirizzato ( e pagato) per un lavoro sporco come quello. Un pesce piccolo che dipendeva da squali che nuotano in mondi sommersi? E ancora: cosa voleva dimostrare il bancario con la conta sui patrimoni custoditi nella memoria di Banca Intesa e a chi rendeva conto – forse addirittura mensilmente. Per ora la Procura di Bari che ha aperto l’inchiesta non si sbottona, ma il sospetto che in quella mole infinita di documenti finanziari possa nascondersi  un progetto di ricatti ed estorsioni.

A seminare i primi sospetti alla dirigenza della banca sarebbe stato un correntista, o almeno così viene detto, che ha innescato un’indagine interna che ha attivato i controlli cyber di Intesa San Paolo che come è noto è tra i principali gruppi bancari europei. Di qui la denuncia a carabinieri e procura di Bari a partire dall’agosto scorso. Inchiesta segretissima che tuttavia proprio ieri è stata svelata dal quotidiano Domani fin troppo informato sulle segrete cose del paese al punto di essere al centro anche dell’inchiesta del procuratore Cantone.

Fin qui la cronaca della vicenda che, secondo quanto si apprende man mano che scorrono le ore, riguarderebbe anche alcuni esponenti che sono fuori dalla compagine governativa ma ricoprono cariche di grande interesse pubblico come i governatori di Puglia e Veneto,  Michele Emiliano e Luca Zaia, nonché quelli del Procuratore Antimafia Giovanni Melillo e del procuratore della repubblica di Trani Renato Nitti, oltre a alti ufficiali della Guardia di Finanza, dei Carabinieri.

 

 

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