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114 cani maltrattati nelle gabbie di un allevamento abusivo, arrestati mamma e due figli

Cuccioli venduti online. Ai domiciliari una famiglia di allevatori di Chivasso, denunciati 3 veterinari

114 cani maltrattati nelle gabbie di un allevamento abusivo, arrestati mamma e due figli

114 cani maltrattati nelle gabbie di un allevamento abusivo, arrestati mamma e due figli

Gli occhi spalancati che ti guardano da dietro le sbarre, spaventati e allo stesso tempo speranzosi, perché forse proprio tu potresti essere quello che lo strapperà da una vita in gabbia. Sono questi gli occhi di un centinaio di cani che i carabinieri forestali del Cites si sono trovati di fronte in un allevamento abusivo di Chivasso: quasi tutti cuccioli, tenuti in condizioni precarie, fatti nascere da cagnoline sfruttate solo a questo scopo per poi essere rivenduti online, senza nessuna garanzia ne sul loro stato di salute, ne su come saranno trattati dagli acquirenti.

I militari hanno messo ai domiciliari i tre allevatori, madre 60enne e due figli tra i 20 e i 30 anni, e denunciato altrettanti veterinari. Secondo quanto accertato, dal 2018 al 2023 avrebbero fatto nascere e venduto - a un prezzo compreso tra i 400 e i 1.100 euro l’uno - quasi 400 cuccioli, incassando un totale di circa 200mila euro. Pincher, Labrador, Maltesi e soprattutto Bassotti, che hanno finito anche con il dare il nome all’operazione: Banda Bassotti. L’elenco dei reati di cui gli indagati sono accusati è lunghissimo: associazione a delinquere finalizzata alla commercializzazione illegale di animali da compagnia maltrattamento e uccisione di animali, frode nell’esercizio del commercio, furto, sottrazione di beni sottoposto a sequestro, autoriciclaggio. Ma ci sono anche usura ed estorsione aggravata, in quanto la famiglia nel corso degli anni avrebbe sottratto più di 200mila euro una conoscente dietro il ricatto di rivelare un non meglio identificato episodio di cui sarebbe stata protagonista sul posto di lavoro: per mantenere il segreto, la donna avrebbe ceduto ai tre allevatori ogni mese buona parte del suo stipendio, facendosi anche garante per l’accensione di un mutuo.

La prima perquisizione nel casolare della famiglia di allevatori risale allo scorso ottobre. In quell’occasione, il giudice lasciò alcuni degli animali sotto la custodia degli indagati ma, è l’accusa, i tre avrebbero dichiarato che erano morti mentre in realtà avevano continuato il loro commercio illegale. Proprio la reiterazione del reato è uno dei motivi che hanno spinto al sequestro di beni per quasi 450mila euro e all’adozione di una misura cautelare più severa. I cuccioli sequestrati, 114 per la precisione, sono stati affidati all’Enpa e hanno già trovato una nuova casa. Quegli occhioni ora brillano di felicità.

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