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18 Novembre 2024 - 11:45
Il presidio davanti alla prefettura contro il nuovo Codice della strada
Maschere a terra. Sono 178, stesso numero dei morti in Piemonte nel 2023 per gli incidenti stradali. Le hanno messe questa mattina, lunedì 18 novembre, i membri di "Torino 30", la sigla che raccoglie, tra gli altri, Fiab Torino Bike Pride, Fridays For Future Torino, Future Parade Torino, Acmos, Fiab Torino Bici&Dintorni e Eco dalle Città, i quali hanno inscenato un presidio davanti alla prefettura di piazza Castello. Un sit-in contro il nuovo Codice della strada il cui ddl, domani, arriverà in Senato. "Stop al nuovo codice della "strage", recitava lo striscione in piazza.
«Ribadiamo la nostra contrarietà alle modifiche del nuovo Codice, che rallenta il processo di "ciclabilità" dei comuni e la realizzazione di nuove zone 30. E non verrà fatto nulla per ridurre l'eccessiva velocità, prima causa di incidenti stradali e terza causa di incidenti mortali», hanno detto i partecipanti al presidio. I morti l'anno scorso nella nostra regione sono stati, appunto, 178. Tanti, anche se meno rispetto ai 241 del 2022. Meno decessi anche a Torino: 23 l'anno passato contro i 29 del 2022. Nel capoluogo si sono verificati 2.875 incidenti stradali nel 2023. Nel 2022 erano 2.891.
«Il nuovo Codice della strada di Matteo Salvini, in via di approvazione al Senato in settimana, si dimentica delle cause delle morti stradali e degli obiettivi del Piano nazionale di sicurezza stradale 2030, togliendo ai comuni la possibilità di adottare strategie per ridurre l’inquinamento e per prevenire le stragi sulle strade», dichiara Sara Diena, capogruppo di Sinistra Ecologista in Comune. «A marzo - prosegue - abbiamo approvato in Sala rossa un ordine del giorno, a prima firma Alice Ravinale, che impegna il Comune a chiedere al governo e al Parlamento di eliminare dalla riforma i decreti attuativi non in linea con il Piano nazionale per la sicurezza stradale e che limitano la possibilità dei comuni di agire sulla gestione della viabilità e dello spazio pubblico. Tanti altri comuni hanno seguito Torino. Vogliamo che il codice della strada riduca il conflitto sulle strade, intervenga sulle reali cause dei sinistri, favorisca la mobilità attiva».
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