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L'inchiesta
06 Dicembre 2024 - 11:51
Gli addetti lavoravano sette giorni su sette per una manciata di euro. E uno, caduto da 20 metri mentre smontava il tendone, è stato addirittura spostato per simulare incidente di poco conto. Da lì sono partite le indagini che, in queste ore, hanno portato la sequestro del circo Maya Orfei Madagascar che ha aperto il 22 novembre al parco della Pellerina: i carabinieri del Gruppo per la Tutela del Lavoro di Milano, con il supporto dei colleghi del comando provinciale di Torino, hanno anche notificato l'obbligo di dimora al titolare della ditta che gestisce l'attività circense, accusato di "caporalato": i reati contestati sono intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Oltre al sequestro preventivo della ditta individuale e dei conti correnti del titolare, sono stati sequestrati 67 mezzi, il tendone e le attrezzature circensi.
Tutto è partito dal Nucleo Ispettorato del Lavoro dei carabinieri di Genova a dicembre 2023, che ha approfondito un incidente con protagonista un indiano irregolare in Italia: l'uomo, il 26 aprile 2023, era caduto da quasi 20 metri d'altezza mentre smontava il tendone senza alcun tipo di protezione (quindi dal colmo della struttura). Ferito gravemente, è rimasto in coma per mesi. Stando a quanto emerso da indagini e testimonianze, qualcuno ha ripulito dal sangue il punto in cui l'indiano era caduto. Intanto lui è stato spostato vicino a un camion, in modo che l’incidente passasse come caduta accidentale da un bilico. I militari e i tecnici dello Spresal dell'Asl di Genova, però, hanno capito in fretta che ferite del genere non erano compatibili con una caduta da soli 2 metri. Così hanno approfondito ed è emerso anche il resto.
L'inchiesta ha accertato che almeno 4 lavoratori di nazionalità indiana e altri in via di identificazione, per la gran parte irregolari, lavoravano in barba a qualsiasi norma sugli ambienti di lavoro e non beneficiavano di riposi, ferie o permessi. Sono anche emerse violazioni sulla retribuzione, sulla sicurezza sui luoghi di lavoro e non solo: a quanto pare, gli stranieri alloggiavano in un caravan composto da cinque stanze dotate di tre posti letto a castello ognuna, con una cucina e un bagno in comune per tutti e 14 i lavoratori ospitati. I quali ricevevano dai 180 ai 250 euro a settimana, che doveva bastare anche per la gestione del camper e per le proprie necessità. Eppure lavoravano sette giorni su sette, per almeno 10 ore al giorno. E gli unici permessi venivano concessi a fronte di un "taglio" sui compensi.
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