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il racconto

Risse, sassaiole e violenze: «L’inferno di Barriera di Milano in cui siamo costretti a vivere»

Video e foto shock. L'appello di residenti e commercianti: «Il prefetto ci aiuti»

Risse in strada e auto danneggiate: scene di vita quotidiana a Barriera di Milano

Risse in strada e auto danneggiate: scene di vita quotidiana a Barriera di Milano

Risse, sassi contro i palazzi, uomini che urinano in strada e donne che si prostituiscono negli angoli più bui. E, davanti ai negozi e agli androni dei palazzi, tossicodipendenti che si drogano a ogni ora del giorno e della notte.

E’ l’incubo che vivono residenti e commercianti di largo Giulio Cesare, all’altezza dell’incrocio con via Volpiano. Un inferno provocato dai venditori di morte, gli spacciatori che hanno di fatto preso possesso di angoli e strade, attirando un nugolo di tossicodipendenti pronti a tutto pur di riuscire a mettere le mani su una dose. A raccontare cosa significa vivere oggi in questo angolo di Torino è una commerciante, una delle poche che ancora non si arrendono e non lasciano Barriera di Milano, il quartiere in cui vive e lavora. E che, giorno dopo giorno, ha filmato cosa avviene in strada. La chiameremo Valeria, perché ha comprensibilmente paura a vedere pubblicato il suo vero nome.

«Io qui ci sono nata e cresciuta - racconta - sono più di 40 anni che la mia famiglia vive a Barriera e questo quartiere l’ho visto precipitare giorno dopo giorno. Non è sempre stato così, corso Giulio e corso Vercelli erano delle belle strade, poi gli italiani hanno cominciato ad andarsene. La situazione però è degenerata con il Covid: noi eravamo chiusi in casa per il lockdown e fuori gli spacciatori hanno preso possesso dei marciapiedi. E non se ne sono più andati». Un’organizzazione quasi militare. «I pusher ci sono notte e giorno, fanno i turni come in fabbrica e hanno anche chi porta loro da mangiare. Ormai li conosciamo perché a volte sono persino loro a difenderci dalle aggressioni dei tossicodipendenti: ovviamente lo fanno perché non vogliono che chiamiamo la polizia. Sono soprattutto senegalesi, vendono principalmente crack». I clienti non mancano mai: «Sono soprattutto italiani, uomini e donne, ma ultimamente gli stranieri stanno aumentando. E non sono giovani: la maggior parte ha tra i 50 e i 60 anni».

I problemi nascono proprio dalla presenza dei clienti: «Hanno reso la vita qui un inferno. Si drogano in strada. Prima, per avere la loro dose sono pronti a tutto e poi, una volta consumata, perdono il controllo». I video che mostra Valeria sono eloquenti: il via vai dei tossici, gli spacciatori che sputano le palline di droga. E poi persone che urinano in strada, risse notturne, sassi presi da un cantiere abbandonato e usati per cercare di colpire le telecamere di videosorveglianza. Il tutto “condito” da urla, schiamazzi, insulti. Pure le auto parcheggiate in strada vengono sistematicamente danneggiate, i finestrini rotti per rubare all'interno o anche solo i tergicristalli per fare dispetto.

«Anche l’esercito si è arreso - accusa Valeria - li guardano e non intervengono. Anzi, da quando ci sono loro è pure peggio perché gli spacciatori hanno lasciato altre zone e si sono spostati qui. Abbiamo presentato esposti e denunce a polizia e carabinieri ma pure loro allargano le braccia: sono impotenti, anche arrestarli non serve a nulla. Eppure Tossic Park l’hanno ripulito no? Perché non usano lo stesso metodo qui?». E così resta solo l’autodifesa: «Tiriamo acqua dai balconi, li cacciamo da davanti i negozi ma è inutile. Appena ti volti, tornano».

Valeria conclude con un appello: «In 5 anni qui non abbiamo visto un cane antidroga. Di notte non si vive, di giorno non si riesce a lavorare. Ci rivolgiamo al prefetto, anche se abbiamo già fatto degli esposti e non ci ha mai risposto: ripristini l’ordine, ci salvi da questo inferno».

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