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Il caso

«Non ricordo di aver sparato al mio vicino»: ora la regina dello sci andrà in una Rsa

Convalidato l’arresto dell’84enne Vera Schenone. Stefano Milanese non è più in coma farmacologico

«Non ricordo di aver sparato al mio vicino»: ora la regina dello sci andrà in una Rsa

Ricorda poco o nulla di venerdì pomeriggio, quando ha impugnato la pistola del marito e ha fatto fuoco contro il suo vicino di casa. Per questo ieri mattina Vera Schenone, 84enne ex olimpionica di sci, si è avvalsa della facoltà di non rispondere durante l'udienza di convalida dell'arresto. Il pubblico ministero Paolo Toso, che ha coordinato le indagini dei carabinieri, ha ricostruito il tentato omicidio e ha chiesto che l'anziana restasse nel reparto di Psichiatria della Molinette. Ma la giudice Angela Rizzo ha accolto la proposta dell'avvocato difensore Francesca Peyron: Schenone verrà trasferita in una Rsa fuori Torino. Intanto il vicino, il 52enne Stefano Milanese, è finito nuovamente in sala operatoria per completare il primo intervento (li ha eseguiti entrambi l'equipe del dottor Mauro Santarelli). E ieri sera i medici della Terapia intensiva, diretta dalla dottoressa Marinella Zanierato, hanno iniziato a risvegliarlo. Al momento la prognosi rimane riservata ma lui non è più intubato e in coma farmacologico: è sveglio e cosciente. «Ciò che conta di più è che lui si riprenda - commenta l'avvocato Peyron - Lo speriamo tutti, questa vicenda è una tragedia soprattutto per lui».

I fatti risalgono alle 14.30 di venerdì in strada Cantamerla, via che sale sulla collina da strada Torino, praticamente al confine fra Moncalieri e il capoluogo. Un pugno di case, divise da una stradina appena sufficiente per far passare un’auto: qui si affaccia un casolare dal fascino decadente, dove Schenone vive con il figlio e il marito (al civico 8). E dove, pochi passi più a valle, c’è Villa Calcino: è la villetta in ristrutturazione di strada Cantamerla 7 dove Milanese abita con la compagna.

La certezza di questa incredibile vicenda è che l’ex sciatrice, olimpionica a Cortina d’Ampezzo nel 1956, abbia percorso quelle poche decine di metri con in mano il revolver del marito. Il cancello di Villa Calcino era aperto a causa dei lavori, così l’84enne è arrivata fino alla porta di casa della villetta, ha bussato e si è trovata davanti il vicino. E ha esploso quattro colpi, di cui due andati a segno fra braccio e addome: sull’uscio di casa Milanese ci sono ancora le macchie di sangue, come riscontrato dai carabinieri della scientifica intervenuti insieme ai colleghi della Compagnia di Moncalieri e del Comando provinciale. Gli stessi che poi hanno sentito l’anziana e hanno ricevuto quella spiegazione difficile da credere: «Io do da mangiare a una volpe che vive vicino a casa e al mio vicino non stava bene: le dava fastidio. Per questo gli ho sparato». Un attimo di lucidità in mezzo a ricordi molto confusi, dovuti a una patologia: «È da tempo in cura da un geriatra, che aveva rilevato una degenerazione mnesica - entra nel merito l'avvocato Peyron - Quindi non ha memoria a breve termine, prende un farmaco ma continua a peggiorare. Ora è molto confusa e si rende conto a sprazzi: continua a chiedere dove si trova e come sta il vicino cui ha sparato».

Anche per questo, su consiglio della legale, Schenone si è avvalsa della facoltà di non rispondere: «Non sarebbe riuscita a ricostruire quanto successo. Probabilmente è anche per questo che, oltre a stabilire il trasferimento nella Rsa, la giudice ha suggerito di fare degli accertamenti sulla signora, data l'età avanzata e le condizioni psicofisiche. Siamo d'accordo, anche se il primo passo era trasferirla in una struttura che possa garantire sia le cure sia le esigenze cautelari».

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