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09 Gennaio 2025 - 12:54
Meteo, pioggia in Piemonte: nel 2024 battuti (quasi) tutti i record. Ma ora è già allarme siccità
Ora è arrivata l'ufficialità, firmata da Arpa Piemonte: il 2024 in Piemonte è stato l'anno più piovoso degli ultimi decenni. Un record battuto però solo sul filo di lana, a causa della siccità che ha invece colpito la nostra regione negli ultimi mesi dell'anno e che adesso comincia a preoccupare, soprattutto per la scarsità di neve in montagna.
«Nonostante gli ultimi due mesi dell’anno abbiano fatto registrare precipitazioni estremamente al di sotto della norma climatica (8° novembre e 5° dicembre più secco), l’anno 2024 è riuscito, seppur per pochissimo, a battere il record per la maggior precipitazione annua totale caduta alla testata del bacino del Po chiuso a Ponte Becca». Nel dettaglio, nel 2024 - grazie soprattutto ai mesi molto piovosi di febbraio, marzo, maggio ed ottobre - sono caduti 1525 mm di pioggia. Solo 6 in più del precedente primato, che risaliva a quasi 50 anni fa, ovvero al 1977.
Per la città di Torino è possibile spingersi ancora più indietro con i paragoni, grazie ai dati passati elaborati dalla Società Meteorologica Italiana che si uniscono a quelli più recenti registrati da Arpa Piemonte. Sul capoluogo, il 2024 è stato il quarto anno più piovoso negli ultimi 2 secoli e il primo ed unico anno del terzo millennio ad apparire in questa speciale top 10.
Nonostante il primato, gli ultimi due mesi sono al contrario stati contraddistinti da una estrema siccità: i 14.4 mm medi del bacino del Po chiuso a Ponte Becca a dicembre rappresentano soltanto un quarto della pioggia/neve che cade mediamente nel mese e sono stati appena sufficienti a superare il record del 1977.
Particolarmente delicata la situazione dell’innevamento in montagna in questa prima parte dell’inverno 2024-2025: la neve presente al suolo a fine 2024 è pressoché ovunque meno della metà rispetto alla norma climatica del periodo. Solo in alcune aree limitate del nord Piemonte e della Val di Susa, il deficit è meno pronunciato rispetto al resto della regione. Suona quindi un primo campanello d'allarme per la siccità, come conferma anche l'Anbi (Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue): «E’ una fase determinante per la costituzione delle riserve idriche, indispensabili nei mesi a venire. Ciò, che si sta registrando, è un’inversione di tendenza rispetto all’anno scorso, particolarmente evidente nelle regioni alpine, finora caratterizzate da scarse nevicate - commenta Francesco Vincenzi, presidente dell’Anbi - In Piemonte colpisce la lettura dei dati idrometrici dei fiumi Tanaro (33% della portata media in gennaio) e Stura di Lanzo (17% del consueto)». Dati che, secondo l'Arpa, sarebbero in realtà ancora più gravi: «A dicembre il Tanaro a Montecastello registra un deficit delle portate medie mensili di circa il -65%, il Sesia a Palestro il -53% e la Stura di Lanzo a Lanzo del -75%».
La situazione, sottolineano dall'Arpa, si riflette ovviamente sulle risorse idriche superficiali stoccate: a fine 2024 il volume invasato complessivo è tornato al di sotto della norma del periodo con un -30%, dovuto soprattutto alla mancanza di neve, mentre il volume invasato nel Lago Maggiore si mantiene ancora superiore a quanto si osserva solitamente in questo periodo (+28%) e le risorse accumulate negli invasi regolati risultano leggermente superiori ai valori storici di riferimento (+14%).
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