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La difesa
20 Gennaio 2025 - 08:00
«Avevo una Ferrari, me l’hanno sabotata. Mi scuso con i clienti ma la mia unica colpa è essermi fatto fregare».
Claudio Fenu, nonostante decine di denunce, non ci sta a passare per truffatore. Anzi, sostiene di essere anche lui vittima: per questo il progetto di Car Free sarebbe crollato, portandosi dietro milioni di debiti e centinaia di clienti lasciati letteralmente a piedi dalla società che aveva promesso di risolvere i loro problemi di mobilità con le auto a noleggio (come raccontiamo nell'articolo qui sotto).
«Dopo la partenza nel 2019 e le difficoltà del Covid, eravamo una Ferrari che nel 2022 doveva fare i 200 all’ora - esordisce Fenu in un’ora di intervista rilasciata nella nostra redazione - Solo dopo mi sono accorto che ci avevano messo dell’acqua nel serbatoio: un collaboratore ha dirottato e “bruciato” delle risorse umane, boicottando la rete di vendita, creando degli scostamenti di produzione e impedendo alla struttura di fare i numeri previsti. Avevamo un piano industriale da 100 milioni ma questi problemi ci hanno portato un danno finanziario enorme».
Però, al momento, non ha denunciato quel collaboratore. E i debiti con il fisco risalgono al 2019, ben prima dei presunti sabotaggi: «Abbiamo scelto di non versare subito l’Iva perché volevamo essere aggressivi sul mercato. Poi il Covid e gli altri problemi ci hanno costretto a rinviare ancora i pagamenti per non chiudere la società». Com’è successo a inizio 2025, con l’avvio della liquidazione giudiziale.
Fenu se la prende con il commercialista chiamato dal Tribunale per analizzare i conti di Car Free, Filippo Canale. Il quale ha bocciato il piano di rilancio e ipotizzato distrazioni di soldi: «No, sono finiti nei problemi di cui parlavo prima: è tutto tracciato. E vorrei sapere perché consideri il nostro piano insostenibile. Impugneremo la liquidazione giudiziale perché siamo convinti che potremmo soddisfare tutti i clienti». Come scrive Canale nella sua relazione, è difficile credere a un piano di rilancio dopo tutto quello che è successo: «Lo capisco ma la composizione negoziata serve proprio a superare i problemi del passato, guardare avanti e risollevarci». In conclusione, Fenu si rivolge direttamente ai clienti: «Chiedo scusa a tutti loro, è giusto che siano arrabbiati ma io sono colpevole soltanto di essermi fatto fregare. Infatti sono qua a metterci la faccia e a prendermi insulti e minacce di morte per cercare delle soluzioni. E forse le sto trovando».
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