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23 Gennaio 2025 - 22:15
Il ministro Matteo Piantedosi e, nel tondino, Almasri
Espulso perché considerato pericoloso. Ecco perché l’Italia ha scarcerato e rimpatriato, in Libia, Najeem Osema Almasri Habish, il torturatore e comandante della polizia giudiziaria libica, arrestato dalla Digos in un hotel a Torino (dov’era anche andato all’Allianz Stadium a vedere Juve-Milan), portato nel carcere delle Vallette e poi rilasciato. A riferirlo, in Senato, è stato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Il capo del Viminale ha parlato durante il question time in Senato rispondendo a un’interrogazione presentata dal Pd. «A seguito della mancata convalida dell'arresto da parte della Corte d'appello di Roma, considerato che il generale Almasri era a piede libero in Italia - ha detto il ministro Piantedosi - e presentava un profilo di pericolosità sociale, come emerge dal mandato di arresto emesso in data 18 gennaio dalla Corte penale internazionale, ho adottato un provvedimento di espulsione per motivi di sicurezza dello Stato ai sensi dell'articolo 13, comma 1, del Testo unico in materia di immigrazione».
Piantedosi ha poi affermato che l’esecutivo è disponibile a rendere un'informativa di maggiore dettaglio, sul caso del comandante libico, la prossima settimana. Un caso, quello di Najeem Osema Almasri Habish, che ha assunto i contorni dello scandalo internazionale. Dopo la scarcerazione dalle Vallette e il rimpatrio in Libia (a proposito, il torturatore una volta giunto a Tripoli è stato accolto da un vero e proprio bagno di folla) il governo ha subìto duri attacchi da parte delle opposizioni. Non solo, anche la Corte penale internazionale ha chiesto spiegazioni a Roma sulla liberazione e il rimpatrio, su un volo dei servizi segreti, di Najeem Osama Almasri Habish.
«La magistratura ha disposto la scarcerazione di Almasri con una decisione della Corte d'appello e il governo ha provveduto all'immediata espulsione di un soggetto pericoloso. Così stanno i fatti», ha dichiarato il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri.
Ma arrivano critiche all’esecutivo. L’ex sindaca di Torino e oggi deputata pentastellata alla Camera, Chiara Appendino, afferma: «I silenzi imbarazzati e le bugie sono più efficaci di qualunque risposta: il governo ha scelto per convenienza politica di dare protezione e impunità a un uomo con un mandato di arresto della Corte penale internazionale per crimini contro l'umanità».
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