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Influenza aviaria, scoperto un focolaio in un allevamento di Chivasso. Attivata l'unità di crisi

Istituita una zona di sorveglianza per verificare che il virus non abbia già contagiato gli animali di altri allevamenti

Influenza aviaria, scoperto un focolaio in un allevamento di Chivasso. Attivata l'unità di crisi

Influenza aviaria, scoperto un focolaio in un allevamento di Chivasso. Attivata l'unità di crisi

Un focolaio di influenza aviaria è stato scoperto in un allevamento avicolo di Chivasso, in provincia di Torino, dove sono subito scattate le misure di emergenza previste per casi simili.

Ad annunciarlo è stata la Regione Piemonte, che ha poi annunciato le prime misure: «È stata attivata l'unità di crisi locale per la gestione del focolaio e sarà avviata la sorveglianza per il monitoraggio della situazione». La prima cosa da specificare è che la situazione è molto preoccupante per gli allevatori ma non per la salute umana. L'influenza aviaria infatti, come spiega l'Istituto Superiore di Sanità, è «una malattia degli uccelli causata da un virus dell'influenza di tipo A, che può essere a bassa o ad alta patogenicità». Diffusa in tutto il mondo, l'influenza aviaria «è in grado di contagiare pressoché tutte le specie di uccelli, anche se con manifestazioni molto diverse, da quelle più leggere fino alle forme altamente patogeniche e contagiose che generano epidemie acute. Se causata da una forma altamente patogenica, la malattia insorge in modo improvviso, seguita da una morte rapida quasi nel 100% dei casi». Tradotto in parole semplici: il virus non è pericoloso per l'uomo ma è in grado di fare una vera e propria strage negli allevamenti di pollame e per questo deve essere arginato immediatamente, prima che si possa allargare.

Ed ecco perché l'Asl To4, responsabile per il territorio di Chivasso, si è subito attivata: «Dopo aver riscontrato il focolaio - spiega il sindaco di Chivasso, Claudio Castello - il Servizio Veterinario dell'Asl To4 ci ha informato di aver istituito la Zona di Sorveglianza nel nostro e in altri 11 Comuni del circondario».
Agli allevamenti che si trovano in questo territorio - che si estende fino a Montanaro, Mazzè e alle province di Vercelli e Asti - sono già stati notificati gli obblighi ai quali adempiere, in attesa dei test per accertare che il virus non abbia già contagiato i loro animali. «Sequestro, abbattimento e distruzione - spiega il sindaco - sono i provvedimenti adottati per gli animali in cui si registra l'infezione. Al momento non so con precisione quanti animali si trovano nell'allevamento colpito dal virus». Castello però ci tiene a rassicurare: «Sono personalmente a stretto contatto con le autorità e la situazione è sotto controllo per cui ogni allarmismo è inopportuno, specie per quanto riguarda il consumo alimentare. Carni e uova infatti non trasmettono l'infezione».
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