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Il caso

Velox, presto un altro decreto «per fare chiarezza». Arriveranno nuovi impianti?

Dibattito in Commissione Trasporti dopo il caos su autorizzazioni e omologazioni

Velox, presto un altro decreto «per fare chiarezza». Arriveranno nuovi impianti?

È in arrivo un nuovo decreto per fare chiarezza sull’installazione dei nuovi autovelox, finiti nel caos da metà dello scorso anno: è direttamente il Ministero delle Infrastruttura e dei Trasporti a farlo sapere in risposta a un questione time presentato da Elena Maccanti, deputata della Lega e membro della Commissione Trasporti della Camera.
I fatti: ad aprile 2024 il Ministero ha emanato un decreto sulle modalità di collocazione e sull’uso dei dispositivi di controllo della velocità. Negli stessi giorni la Corte di Cassazione ha stabilito che, quando si installa un velox, bisogna avere sia l’autorizzazione degli enti superiori sia l’omologazione da parte di un’azienda competente.

«Il problema è che in Italia non esistono aziende che facciano questa omologazione - fa notare il sindaco di Venaria Reale, Fabio Giulivi - Così gli uffici hanno bloccato tutto perché, giustamente, non si prendono la responsabilità di firmare bandi e stanziamenti che poi potrebbero rivelarsi irregolari. Si rischia l’accusa di danno erariale». Oltre a Venaria, sono in questa situazione Pianezza, Volpiano, Orbassano e Lanzo. Tutti speravano che la riforma del Codice della strada riempisse il vuoto normativo. Invece, fra le novità entrate in vigore il 14 dicembre 2024, non c’è nulla che chiarisca i dubbi di sindaci e funzionari. Che si sono rivolti ai parlamentari piemontesi come Elena Maccanti, che si era già occupata del problema e aveva comunicato l’apertura di «un tavolo interministeriale». Ora il question time della leghista ha ulteriormente definito la questione: «Il tavolo tecnico ha predisposto uno schema di decreto che, dopo anni di attesa, cerca di fornire criteri univoci sui requisiti tecnici di omologazione che i velox devono soddisfare, superando le incertezze derivanti dalle oscillazioni nelle interpretazioni giurisprudenziali e amministrative» si legge nella risposta del Ministero.

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Le nuove regole terranno conto del decreto ministeriale del 2017, quindi «i dispositivi approvati dal 2017 in poi risultano coerenti con i requisiti di omologazione individuati dallo schema di decreto». Sarà previsto anche un «regime transitorio» per garantire l’affidabilità di tutti gli impianti e ispezioni da organismi autorizzati dal Ministero e accreditati dall’ente certificatore Accredia.

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