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L'inchiesta
29 Ottobre 2024 - 07:00
Da una parte c’è l’ottimismo della Città metropolitana, che annuncia l’installazione di cinque autovelox in altrettanti comuni della provincia. Dall’altra ci sono i sindaci di quegli stessi comuni, che frenano a causa di «un limbo paradossale». La definizione è di Fabrizio Vottero Bernardina, primo cittadino di Lanzo. Ma è il suo collega di Venaria Reale, Fabio Giulivi, a spiegare nel dettaglio l’assurdità della situazione: «È tutto bloccato perché la Cassazione ha deciso che i velox debbano essere omologati: non basta l’autorizzazione. Ma in Italia non esistono aziende che facciano questa omologazione. E ora noi aspettiamo che qualcuno faccia chiarezza».
Per questo gli autovelox annunciati da Città metropolitana non hanno ancora una data di installazione, nonostante ci siano Comuni che hanno già lanciato le gare d’appalto. Ma tutti vogliono procedere, alla luce dell’eccessiva velocità su tante strade provinciali (spesso teatro di incidenti mortali, l’ultimo a Pinerolo domenica pomeriggio). E, come assicurano i sindaci, senza voler fare cassa: d’altronde gli introiti di quei velox, per legge, sono divisi a metà fra i Comuni e la Città metropolitana.
«Attualmente ci sono dispositivi su strade provinciali a La Loggia, Carignano, Carmagnola, Ciriè, Pinerolo e Rivalta - elenca il responsabile dell’Ufficio Sicurezza Stradale dell’ente provinciale, Luca Colucci - Sono in corso le pratiche per l’installazione di altri apparecchi a Volpiano, Orbassano, Venaria e Lanzo. E verrà riattivato quello di Pianezza».
Il problema è che queste pratiche vanno a rilento o sono addirittura bloccate a causa della sentenza della Corte di Cassazione che impone l’omologazione dei velox. Ma, come sottolineato dal sindaco di Venaria, è un passaggio impossibile da compiere. E allora si aspetta: «Ci dispiace ma bisogna capire quale sarà il futuro normativo - considera Cinzio Bosso, sindaco di Orbassano - Noi vorremmo mettere in sicurezza la strada provinciale per la frazione Cascina Bronzina, dove le auto arrivano a velocità furibonde». Concorda il suo collega di Volpiano, Giovanni Panichelli: «Da noi serve un velox sulla provinciale 500, tra l’Actis e la rotonda di Sparco: è una strada trafficata dove ci sono stati tanti incidenti mortali. Ma dobbiamo essere sicuri di essere totalmente in regola».
Il ragionamento di Vottero Bernardina è simile: «Siamo in difficoltà perché sono stati chiesti pareri e liberatorie al Ministero, che non ha risposto. E pensare che noi vorremmo solo correggere delle cattive abitudini e salvare delle vite umane».
Tira le somme Giulivi, che vorrebbe piazzare un altro velox sulla stessa provinciale delle Valli di Lanzo (dal lato di Venaria): «Abbiamo fatto uno studio approfondito con Città metropolitana e prefettura, che ha accertato la pericolosità della strada. Ora, nonostante la convenzione firmata, siamo fermi per la questione dell’omologazione: teoricamente tutti i velox d’Italia sarebbero da spegnere e il comandante della polizia locale ci ha detto di aspettare, anche per non rischiare l’accusa di danno erariale. Ora speriamo che il legislatore faccia chiarezza: il nuovo Codice della Strada è stato approvato in commissione parlamentare e al Senato, entro novembre dovrebbe passare alla Camera. Poi ci vorranno i decreti attuativi: a questo punto possiamo solo aspettare e sperare che, nel frattempo, non ci siano altri morti su quelle strade particolarmente pericolose».
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