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Il caso

Chi è l'uomo trovato senza vita nel Po in centro a Torino?

Ricerche e ipotesi dopo il ritrovamento del 19 febbraio: ecco cosa sappiamo

Chi è l'uomo trovato senza vita nel Po in centro a Torino?

La polizia scientifica lungo il Po dopo il ritrovamento

Di chi è quel corpo trovato nelle gelide acque del Po? Dopo tre settimane, questa domanda è ancora senza risposta nonostante l’autopsia e i tentativi di attribuire un nome a quel cadavere misterioso. Dalle prime indiscrezioni, però, non si tratterebbe di un omicidio.

Erano le 11.30 del 19 febbraio quando un passante ha notato qualcosa nel fiume mentre camminava sul ponte Vittorio Emanuele I, quello che collega corso Casale a lungo Po Antonelli (all’altezza della Gran Madre e di piazza Vittorio Veneto). Ha chiamato subito il 112 e, nel giro di pochi minuti, sono arrivate le squadre dei vigili del fuoco. Che, dopo essersi calati nel Po, hanno recuperato il corpo senza vita di un uomo sui 30 anni. A quel punto è scattata la chiamata anche alla polizia e agli esperti della Scientifica, che hanno svolto i primi rilievi sul cadavere: stando a quanto emerso sul momento, il cadavere era nell’acqua da tempo. Poi nessun’altra informazione sul defunto: a quanto pare, la salma non presentava ferite violente o segni particolari. Niente tatuaggi o altri dettagli che potessero aiutare a chiarire il mistero della morte.

Sono partite da questi pochi elementi le indagini sul corpo, affidate al commissariato Torino Centro e coordinate dal pubblico ministero Lea Lamonaca (che ha disposto l’autopsia per scoprire la causa del decesso: sembra esclusa l’ipotesi che il 30enne misterioso sia stato ucciso).

Gli investigatori hanno subito scandagliato fra le denunce di scomparsa raccolte nelle settimane precedenti, senza trovare un riscontro che potesse risolvere il giallo. Che, per questo, dura ancora oggi a distanza di quasi un mese. Per il momento è stato possibile solo escludere alcune ipotesi, come quello che il corpo appartenesse a Michael Frison, un ragazzo di 25 anni scomparso il 13 luglio 2024 da Luras, in provincia di Sassari: i familiari, assistiti dall’avvocato Maria Marras, hanno saputo del ritrovamento nelle acque del Po e hanno ipotizzato che potesse trattarsi del 25enne (nonostante la distanza geografica). Quindi hanno contattato prima TorinoCronaca e poi la Questura per sapere se il corpo potesse appartenere a Michael. Ma, nel giro di poche ore, è arrivata la risposta negativa: il giovane sardo aveva dei tatuaggi sul petto, sulle braccia e sulle gambe che non sono stati riscontrati sul cadavere recuperato dal fiume il 29 febbraio.

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