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Economia e ambiente

Crisi della corilicoltura in Piemonte: richiesti 30mila quintali di nocciole all’anno

La Coldiretti lancia l'allarme: raccolti in calo e necessità di ricerca per salvaguardare la qualità piemontesi

Crisi della corilicoltura in Piemonte: richiesti 30mila quintali di nocciole all’anno

E' la Turchia il primo produttore mondiale di nocciole (70%), ma l'Italia occupa il secondo posto (15%) con le sue produzioni di alta qualità nel Lazio, in Campania e proprio in Piemonte. La corilicoltura piemontese, un tempo fiore all'occhiello dell'agricoltura regionale, si trova oggi ad affrontare una crisi senza precedenti. La Coldiretti, attraverso una segnalazione puntuale, ha richiamato l'attenzione della Regione Piemonte su una situazione che rischia di compromettere seriamente il futuro del settore. 

Negli ultimi dieci anni, la corilicoltura piemontese ha vissuto una fase di espansione significativa, passando da 15mila a quasi 28mila ettari di superficie coltivata. Tuttavia, il 2024 ha segnato un netto calo nella raccolta, in particolare nell'Astigiano, come riportato dall'organizzazione agricola locale. Questo crollo rappresenta il culmine di una crisi che sta impattando pesantemente sia a livello produttivo che economico su tutto il territorio piemontese. Monica Monticone, presidente della federazione provinciale di Coldiretti, ha sottolineato l'urgenza di una ricerca scientifica per analizzare le cause di questo fenomeno.


Le problematiche di carattere agronomico e gli effetti dei cambiamenti climatici sono tra le principali sfide che il settore deve affrontare. Giovanni Rosso, direttore di Coldiretti Asti, ha evidenziato l'importanza di un lavoro mirato per superare queste difficoltà. "Occorre lavorare in maniera mirata per garantire raccolti soddisfacenti e ridurre la forbice tra l’offerta e la domanda dell’industria dolciaria", ha affermato Rosso. La domanda di nocciole è in costante crescita, con aziende come Novi Elah Dufour che necessitano di oltre 30mila quintali di nocciole in guscio all’anno. Tuttavia, senza soluzioni urgenti, il divario tra domanda e offerta rischia di accentuarsi ulteriormente.

La Coldiretti ha sollecitato la Regione Piemonte a promuovere una ricerca scientifica non più rinviabile. L'obiettivo è quello di analizzare le cause della crisi e sviluppare strategie per la tutela e la salvaguardia delle produzioni corilicole, apprezzate in tutto il mondo per la loro qualità, soprattutto nei trasformati come creme spalmabili, cioccolata e prodotti da forno. Manuela Zoccola, un'altra voce autorevole del settore, ha ribadito l'importanza di un intervento tempestivo per evitare che la situazione peggiori ulteriormente.

La Coldiretti, sostenuta dalle federazioni provinciali, ha lanciato un appello alla Regione Piemonte affinché si attivi prontamente per affrontare questa emergenza. La salvaguardia della corilicoltura non è solo una questione economica, ma anche culturale, poiché rappresenta un patrimonio del territorio piemontese. 

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