Cerca

NOTIZIA IN AGGIORNAMENTO

Paura a Torino, cade un autobus nel Po in piazza Vittorio Veneto: morto l’autista

Vigili del fuoco ed elisoccorso al lavoro sul fiume

Paura a Torino, cade un autobus nel Po in piazza Vittorio Veneto

Nicola Di Carlo doveva andare a prendere una scolaresca di una elementare di Milano, che lo aspettava in piazza Castello per rientrare a casa dopo la visita al Museo Egizio e al centro di Torino. Chissà quanti viaggi aveva fatto quell’autista 64enne in tre decenni di carriera, come sottolineato sul sito della “sua” Di Carlo Tours (che aveva sedi a Milano e a Guglionesi, in provincia di Campobasso). Dove campeggia la foto del fondatore dell’azienda, morto oggi pomeriggio dentro l’autobus finito nelle acque del fiume Po all’altezza di piazza Vittorio Veneto.

Ora un’inchiesta della Procura di Torino accerterà che cosa sia successo e se si poteva fare qualcosa per evitare questa tragedia, che «poteva avere conseguenze peggiori» come sottolineato dal sindaco Stefano Lo Russo (arrivato sul posto poco dopo l’accaduto). Sul bus, infatti, non c’era nessuno a parte l’autista. E, nella sua caduta, il mezzo ha urtato “solo” tre donne, componenti di una stessa famiglia che stava passeggiando proprio nel punto in cui il bus è scivolato nel fiume: sono state portate all’ospedale Cto in condizioni non gravi.

Le indagini sono affidate al pubblico ministero Vito Sandro Destito, che partirà dalle telecamere di videosorveglianza e dalle relazioni di vigili del fuoco, carabinieri e polizia locale: «L’unica cosa oggettiva che abbiamo sono i filmati delle telecamere, sia della Questura sia nostre - entra nel merito comandante dei vigili, Roberto Mangiardi - Dall’esame delle immagini si vede l’autobus che, alle 17.33, arriva dal lungo Po Cadorna, svolta a destra in piazza Vittorio e si accosta alla prima esedra. Dopodiché inizia una manovra in retromarcia con una angolazione di 45 gradi, quindi insolita per il normale modo di condurre un mezzo, attraversa tutto l’incrocio, urta la balaustra dei Murazzi e si inabissa nel fiume con la parte posteriore, adagiandosi poi sul fianco sinistro». Ci sono anche video girati da passanti a piedi e in auto, da cui tra l’altro non si vede Di Carlo: era al posto di guida e ha avuto un malore prima di mettere il freno a mano? Oppure è andata in un altro modo?

Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da TorinoCronaca (@torinocronaca)

 

«Si analizzeranno le condizioni del mezzo, a partire dall’impianto frenante - non si sbilancia Mangiardi, che ha coordinato gli interventi in piazza Vittorio insieme al direttore regionale dei vigili del fuoco, Alessandro Paola - Poi è ovvio che ci sarà l’autopsia per determinare il momento del decesso del conducente e anche dove si trovasse esattamente al momento dell’incidente».

Di certo ci sono i soccorsi tempestivi dei gestori dei locali dei Murazzi e dei canottieri dei circoli, che hanno estratto Di Carlo e lo hanno portato a riva per rianimarlo mentre sul posto arrivavano le prime forze dell’ordine: «Stavamo facendo una riunione dentro uno dei locali e abbiamo visto il bus finire di sotto». Comincia così il racconto di Dario Consoli dell’associazione Murazzi del Po, uno dei primi a intervenire quando il pullman della Di Carlo Tours è caduto nel Po sotto gli occhi di passanti, gestori dei locali e canottieri. I primi a prestare soccorso: «Abbiamo montato il motore sulle lance e siamo partiti a tutta velocità» riporta Wilhelm Teli, istruttore di canoa. Riprende Consoli: «Loro sono arrivati con le barche e sono saliti sulla fiancata. Noi ci siamo messi a cercare qualcosa con cui rompere i vetri, alla fine è arrivato un martello da chissà dove».

Così Teli è riuscito a calarsi dentro il bus: «C’era l’acqua alta, mi sono mosso a tentoni. Ho cercato segnali di vita ma non rispondeva nessuno. Poi ho trovato quel signore con la faccia sott’acqua e gli occhi aperti». Insieme agli altri canottieri, l’istruttore ha tirato fuori Nicola Di Carlo e lo ha caricato a bordo di una delle loro imbarcazioni per portarlo a riva e provare a rianimarlo per 30 minuti. Ma per il 64enne non c’è stato nulla da fare: «Quei ragazzi sono stati eccezionali» tiene a sottolineare Consoli. Che poi rivendica: «Noi dei Murazzi veniamo sempre additati, eppure prendiamo tutti i provvedimenti possibili per mettere in sicurezza la zona. E siamo presenti per aiutare quando succede qualcosa di grave, come questa volta». E non solo: di recente sono state tante le tragedie in quel punto, visto che proprio lì è caduto in acqua ed è morto il 50enne Luca Aghemo. Era il 16 marzo 2024, poco più di un anno fa. E ritornano alla mente le parole del papà di Mauro Glorioso, lo studente colpito da una bicicletta lanciata da sopra i Murazzi: «Quell’area è pericolosa, servono delle protezioni» aveva puntato il dito Giuseppe Glorioso.

Intanto la scolaresca milanese è stata recuperata e riportata nel capoluogo lombardo con un altro autobus. Il ponte della Gran Madre, così come il Lungo Po, è rimasto chiuso al traffico fino a tarda sera, quando finalmente il bus è stato recuperato.
Commenta il sindaco Lo Russo: «In questo momento il pensiero e la vicinanza della Città vanno ai familiari della vittima di questo drammatico incidente e alle persone rimaste ferite. Le dinamiche sono ancora in corso di accertamento ma le conseguenze, a quanto si apprende, avrebbero potuto essere ancora più gravi. Un ringraziamento particolare a tutte le forze dell’ordine e i soccorritori che sono intervenuti».

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.