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La sentenza

Paziente cade dalle scale e muore alle Molinette: condannata (solo) la caposala

L’accusa era omicidio colposo. Altri due sanitari sono stati assolti con formula piena

Paziente cade dalle scale e muore alle Molinette: condannata (solo) la caposala

Seduto sulla sedia a rotelle, era precipitato dalle scale di un terrazzino dopo aver percorso un corridoio di oltre 100 metri al terzo piano delle Molinette. Era il 25 luglio 2019 e Angelo Digiacomo, 85enne paziente dell’ospedale torinese, era morto una settimana dopo la caduta. E ieri, a quasi 6 anni da quell’incidente, è stata condannata a 6 mesi di carcere la caposala Raffaella Vancheri (la sentenza è sospesa con la condizionale).

Una sola condanna

La pena inflitta dai giudici corrisponde a quanto aveva richiesto il pubblico ministero Giovanni Caspani, che chiedeva anche una condanna a 4 mesi per Pier Luigi Pavanelli, all’epoca direttore della struttura complessa Sicurezza e Ambiente delle Molinette e ora direttore dello Spresal dell’Asl Città di Torino. Invece il manager, difeso dall’avvocato Maurizio Riverditi, è stato assolto. Così come Antonio Scarmozzino, tuttora direttore sanitario dell’ospedale più grande del Piemonte (per lui, assistito dagli avvocati Gino e a Pietro Obert, anche il pm aveva chiesto l’assoluzione). I tre sanitari erano tutti stati rinviati con l’accusa di omicidio colposo. Così come una quarta persone, il direttore della struttura Arrigo Berchio: lui, difeso dall’avvocato Roberto De Sensi, aveva patteggiato ed era uscito dal processo.

Libero di spostarsi

L’85enne era ricoverato nel reparto «Dimissioni protette e cure intermedie» al terzo piano delle Molinette: aveva diverse patologie, era confuso, spesso in stato di agitazione. Per non tenerlo sempre a letto e per tranquillizzarlo, i sanitari dell’ospedale gli avevano lasciato la disponibilità di una sedia a rotelle. Secondo quanto ricostruito dall’accusa, quel 25 luglio di cinque anni fa Digiacomo era uscito dalla stanza e, seduto sulla carrozzina, aveva percorso circa cento metri di corridoio, riuscendo a superare una paratia a soffietto e ben tre porte, tutte trovate aperte.

Da lì aveva poi raggiunto il terrazzo, dove probabilmente non si era accorto delle scale, anche perché la sua carrozzina aveva lo schienale reclinato all’indietro, limitandone la visuale. Una ruota era rimasta in bilico e, dopo aver perso l’equilibrio, la caduta era stata inevitabile.

Medici e infermieri erano accorsi subito per soccorrere il paziente. Lo avevano sottoposto a una Tac che aveva evidenziato un grave ematoma, ritenuto dalla procura la causa del decesso avvenuto poi una settimana dopo.

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