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La reazione italiana
03 Aprile 2025 - 07:45
Foto di repertorio
Dopo giorni di cautela e silenzi misurati, Giorgia Meloni esce allo scoperto. Un’ora dopo il discorso di Donald Trump che ufficializza i dazi contro l’Unione Europea, la presidente del Consiglio rompe gli indugi e prende posizione. «L'introduzione da parte degli Usa di dazi verso l'Unione Europea è una misura che considero sbagliata e che non conviene a nessuna delle parti», dichiara con nettezza.
Nonostante il muro eretto dagli Stati Uniti contro ogni ipotesi di trattativa, Meloni lascia intendere che la partita non è chiusa: «Faremo tutto quello che possiamo per lavorare a un accordo con gli Stati Uniti, con l'obiettivo di scongiurare una guerra commerciale che inevitabilmente indebolirebbe l'Occidente a favore di altri attori globali», annuncia.
Parole che rivelano una doppia strategia: fermezza nella difesa degli interessi nazionali, ma anche apertura al dialogo, nel tentativo di evitare che il confronto degeneri in uno scontro frontale. «In ogni caso, come sempre, agiremo nell'interesse dell'Italia e della sua economia, anche confrontandoci con gli altri partner europei», assicura la presidente, lasciando intendere che Roma non si muoverà in ordine sparso.
Sull'introduzione dei dazi è intervenuto anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che aveva definito la mossa statunitense un "errore profondo". Ma ora Meloni alza il livello della reazione, e fa sapere che "se servirà" l’Italia è pronta a difendere i propri interessi con "risposte adeguate".
La macchina diplomatica è già in moto. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani conferma che il governo è al lavoro fianco a fianco con Bruxelles per una strategia comune: «Siamo già al lavoro con la Ue e i partner europei per una prima valutazione e una risposta comune», afferma a caldo, annunciando un imminente incontro con il commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic.
Tajani invita alla calma, ma non a cedere: «Serve un negoziato costruttivo, con la schiena dritta», spiega. «Un confronto che tenga conto delle preoccupazioni americane ma tuteli i sacrosanti interessi europei. Il Governo non lascerà indifeso il sistema produttivo italiano».
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