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L'aggiornamento

Finti messaggi e depistaggi: le indagini sul telefono di Ilaria Sula

Mentre continuano le ricerche dell'arma del delitto e del cellulare della vittima, emergono nuovi dettagli sui messaggi inviati da Samson per distogliere i sospetti

Finti messaggi e depistaggi: le indagini sul telefono di Ilaria Sula

Le indagini hanno confermato che Ilaria Sula è stata brutalmente uccisa nella casa del suo ex fidanzato Mark Antony Samson. Il ragazzo ha confessato che, dopo averla uccisa in casa, ha nascosto il corpo in una valigia che ha successivamente abbandonato in una discarica nelle campagne dei Monti Prenestini. 

Dopo aver commesso l'omicidio, il  ragazzo ha cercato di depistare le indagini utilizzando il cellulare di Ilaria. Ha inviato messaggi alle sue amiche e persino pubblicato storie sui social, facendo credere che la ragazza fosse ancora viva e lontana, in viaggio con degli amici. Uno dei messaggi inviati era rivolto a Cristina Cangelmi, un’amica di Ilaria, la quale aveva appena scoperto che la sua amica era scomparsa. Preoccupata, aveva chiesto a Samson se sapesse qualcosa della sua sparizione. La risposta dell’uomo fu apparentemente rassicurante: "Stiamo cercando di risolvere con la polizia. Ti terrò aggiornato appena ho notizie".

Ilaria Sula, originaria di Terni, stava studiando statistica e nutriva il sogno di diventare ricercatrice per l'Istat. La sua amica Cristina ricorda che la ragazza era tranquilla e non aveva mai accennato a problemi particolari. I genitori di Ilaria, Flamur e Gezim, sono rimasti sconvolti dalla scomparsa della figlia e hanno subito notato delle discrepanze nei messaggi che ricevevano dal cellulare della ragazza. Secondo Flamur, "non era il suo modo di scrivere". Preoccupati, hanno cominciato a chiedersi se davvero fosse stata Ilaria a inviare quei messaggi, segno che qualcosa non quadrava.

Samson, nel tentativo di depistare le forze dell’ordine, aveva anche visitato l'appartamento condiviso da Ilaria con altre ragazze nel quartiere di San Lorenzo, lamentandosi del fatto che non riusciva a mettersi in contatto con lei da giorni. In seguito, durante la confessione ha rivelato agli investigatori che aveva gettato il telefono della vittima in un tombino e aveva abbandonato il coltello usato per il delitto in un cassonetto. 

Un altro aspetto che sta destando preoccupazione tra le forze dell’ordine riguarda il comportamento dei genitori di Mark Antony Samson. Nonostante la gravità della situazione, sembra che non si siano accorti di nulla. Secondo quanto riferito, la ragazza aveva il cellulare spento da diversi giorni e non era più riuscita a mettersi in contatto con nessuno. Nonostante ciò, il telefono della vittima continuava a funzionare, alimentando il sospetto che i genitori del ragazzo non fossero ignari di quanto accaduto.

Le indagini si stanno concentrando anche sul possibile coinvolgimento dei genitori di Samson, che potrebbero essere accusati di favoreggiamento, anche se non vi sono al momento prove concrete che li colleghino direttamente al delitto. L’unica cosa che è emersa è che quella fatale notte, anche loro erano in casa, ma non sono ancora stati ascoltati dagli inquirenti.

«Mi dispiace per quello che ho fatto», ha detto, ma ha rifiutato di rispondere a domande cruciali riguardanti il movente e l'arma del delitto. Nonostante la sua confessione parziale, il coltello al momento non è stato trovato, e le ricerche per il telefono della ragazza si sono rivelate infruttuose.

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